L'arte di Jeamin Seung

Parla coreano ma non ha bisogno d'interpreti per essere capita...

Quante volte abbiamo sentito dire che l'espressione artistica è una sorta di linguaggio universale che varca i confini logistici e culturali per ravvicinare i popoli....ebbene il concetto mi si è ripresentato alla mente quando sono capitata -per un fortuito caso!- nel sito di quest'artista coreana.


Solo i titoli delle varie sezioni sono accompagnati dalla relativa traduzione in inglese, tutto il resto è scritto in forma di ideogrammi, molto accattivanti ma impossibili da comprendere per la maggior parte di noi!


Nonostante ciò non ho avuto difficoltà a muovermi tra le varie pagine e, accedendo alla Gallery, mi si è spalancata la porta sul fantastico mondo di Jeamin fatto di grazia, leggerezza ed estrema precisione.


Ho potuto vedere una grande quantità di opere molto ben realizzate, dalle quali traspare il perfetto connubio tra il tradizionale rigore della Scuola di Meissen, alla quale l'artista si ispira, e la serena pacatezza dello spirito orientale.


Non potevo mancare di segnalarvi questo spazio...mi auguro che possiate trovare la visita altrettanto gradevole quanto l'ho trovata io!


APPROFONDIMENTI

Jeaminart


© Rossana Radaelli-22.04.08

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Manutenzione dei pennelli nella pittura ad olio molle

Qualche consiglio per ottenere il meglio dai vostri strumenti di lavoro

Contrariamente a quanto avviene per altre tecniche di pittura, nelle quali il pennello è impiegato semplicemente intingendolo nel colore, nella decorazione ad olio molle su porcellana è importante seguire alcune norme preventive sia per quanto riguarda la manutenzione delle setole sia per la modalità di caricare il colore.


Poichè l'olio molle ha, al tempo stesso, la funzione di medium e di solvente è necessario usarlo anche per tutte le operazioni di pulizia dei pennelli. Considerato però il maggior costo dell'olio rispetto alla comune trementina sarebbe davvero dispendioso usufruirne, come si farebbe con quest'ultima, riempiendo un bicchiere per poi sciacquarvi i pennelli!
Otterete lo stesso risultato mettendone su un piattino una piccola quantità nella quale intingerete la punta del pennello muovendola ripetutamente, in modo da far staccare il colore dal pelo; se cambierete spesso l'olio e terrete il manico del pennello perpendicolare al piatto ruotandolo in modo da allargare bene le setole, otterrete una pulizia completa...ed economica!


Ricordatevi inoltre di tenere il pelo dei pennelli intriso d'olio anche quando essi vengono riposti alla fine del lavoro: oltre a conservarli in buono stato più a lungo, questo accorgimento serve a predisporre il pennello per la fase di decorazione la cui riuscita può essere compromessa da un pennello troppo asciutto.
Per evitare che il manico del pennello si unga d'olio, anzichè riporlo nel consueto bicchiere con la punta in sù potrete ricorrere ad una scatola con coperchio, sul fondo della quale metterete un foglio di scottex.


Al momento del bisogno il pennello va nuovamente passato in un bagno d'olio: potete usare ancora il metodo del piattino, facendo impregnare bene il pelo allargandone le setole e ruotandole nel medium, dopodichè eliminate l'olio superfluo appoggiando la punta del pennello su un panno-carta e premendovi sopra con un altro pezzetto di panno...in realtà i decoratori professionisti sono soliti usare il dito medio per spremere via l'eccesso di medium, ma non a tutti piace sentirsi le dita unte.


Se avete operato correttamente ora le setole del vostro pennello si presentano come una massa uniforme e compatta, perfettamente allineate in cima a costituire una linea diritta e sottile: siete pronti per iniziare a dipingere!


© Rossana Radaelli-12.10.06

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Art Nouveau Design

Ovvero lo stile Liberty ripreso e semplificato per renderlo adatto ad essere riprodotto su porcellana

Il movimento artistico dell'Art Nouveau, che si diffuse in molti paesi europei ed in America tra il finire dell'Ottocento ed i primo decennio del Novecento era nato come reazione alla concezione dell'arte rigida ed accademica alla quale veniva opposta una nuova estetica naturalistica.


Si presentò con nomi differenti nei vari paesi: Art Nouveau in Francia, Liberty in America, Floreale in Italia, Modern Style in Inghilteraa, Jugendstil in Germania, Sezession in Austria....tanti appellativi diversi per definire un unico stile che, ispirandosi all'armoniosa asimmetria delle forme vegetali ed animali, fu caratterizzato dalla rappresentazione della realtà raffinatamente distorta nell'imitazione della natura.


Un impulso particolare ebbe dall'Art Nouveau anche la grafica cartellonistica, sino ad allora ritenuta un arte minore, grazie all'opera di pittori ed illustratori come Mucha, Grasset, Beardsley, che ci hanno lasciato opere così raffinate da farci dimenticare che, in fondo, si trattava solo di manifesti pubblicitari!


Ed è appunto il lavoro di tali artisti che Ed Sibbett ha ripreso e semplificato per realizzare le 39 tavole che costituiscono questo libro della Dover Publications: sono tutti disegni al tratto, alcuni anche a colori, che rappresentano degli ottimi modelli per le tecniche a pennino.


Il costo contenuto del volume, l'affidabilità della casa editrice e la possibilità di reperirlo anche su siti italiani ne fanno un acquisto appetibile per tutti gli amanti delle tecniche tradizionali.


APPROFONDIMENTI

Il sito ufficiale americano


© Rossana Radaelli-23.05.07

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Accorgimenti per un buon delineo

Un bel lavoro a pennino è alla portata di tutti! Basta seguire poche regole e conoscere il sistema per rimediare ad eventuali errori...

L'opera migliore non la ottiene chi ben comincia ma colui che persevera...sembra l'abbia detto Leonardo Da Vinci ed è un concetto che ben si adatta alla tecnica a pennino: seguite questi pochi consigli e ricordate che con un po' d'allenamento i risultati arriveranno!


Tenete la cannuccia in modo che la punta del pennino sia quasi perpendicolare alla superficie, tiratela sempre verso di voi, se necessario cambiando posizione all'oggetto e sollevatela solo alla fine di ogni linea per evitare segni di giunzione.


Ricordatevi di pulire spesso il pennino con un panno inumidito: i grumi di colore che si formano sulla punta sono spesso gli unici responsabili della discontinuità del tratto!


Se l'insicurezza vi fa tremare la mano ricorrete ad un sostegno: nel caso di decoro su un piatto potrete usare una riga appoggiata di traverso sul piatto stesso, mentre per vasetti o tazze (all'inizio è meglio tenersi alla larga da pezzi più complessi!) servitevi di un grosso libro posto accanto all'oggetto, sul quale appoggerete la mano che impugna la penna.


Se, nonostante l'impegno non riuscite ad evitare le sbavature non preoccupatevi, si possono eliminare con un pennellino inumidito: intingete il pennello nel diluente (nella trementina nel caso del delineo oleoso, nell'acqua per il delineo idrosolubile) scolatelo su un panno e poi passatelo sulla parte di decoro da cancellare strofinandola delicatamente. Risciacquate il pennello e ripetete l'operazione sino alla completa scomparsa del difetto.


Buon lavoro! :-)


© Rossana Radaelli-12.05.06

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Restauro casalingo: i primi passi

Quando si affronta un'attività nuova è bene fornirsi per tempo di tutta l'attrezzatura necessaria...

Nel caso del restauro gli accessori veramente indispensabili sono pazienza e buona volontà.....oltre, naturalmente, a qualche prodotto di bricolage che prenderemo in considerazione di volta in volta. A parte i primi due ;-) sono tutti materiali comunemente reperibili nei colorifici o nei centri di fai da te.

Graffi e crepe sono i danni che più frequentemente colpiscono gli oggetti in materiale ceramico, per fortuna però sono anche quelli più facili da rimediare: se il graffio non è profondo di solito basta "lisciarlo" con della carta vetrata a grana fine, se invece abbiamo a che fare con una crepa è meglio usare dello stucco bianco allungato con un po' di vinavil, in modo che abbia una consistenza morbida. Lo si stende con il pennello cercando di farlo penetrare nella crepa, lo si lascia asciugare e quindi si scartavetra per levigarne la superficie.

Io trovo che lo stucco pronto sia molto pratico ma se avete già in casa del gesso in polvere potete usare quello, ricordandovi che oltre all'acqua dovrete aggiungere all'impasto anche il vinavil, che favorisce l'adesione sulla superficie ceramica.

Anche le sbeccature possono essere riparate con il comune stucco murale, che va steso con la spatola cercando di ricostruire il pezzetto di ceramica mancante. In questo caso quindi è meglio che il prodotto abbia una densità maggiore. Poichè in fase d'asciugatura lo stucco si ritira e perde volume, sarà probabilmente necessario ripetere più volte l'operazione fino a riempire definitivamente la cavità, lisciando con carta vetrata tra una fase e l'altra.

Volendo si può anche colorare lo stucco con un po' di tempera per renderlo più simile alla tonalità della zona in cui viene applicato (ricordatevi però che il colore cambia dopo l'asciugatura, quindi fate prima qualche prova!)

© Rossana Radaelli-06.09.06

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Sylvia Thomson, artista "cum laude"

Una decoratrice ed insegnante che può vantare un curriculum davvero degno di nota

C'è chi all'arte si dedica d'impulso, seguendo l'ispirazione del momento, e chi invece preferisce intraprendere un lungo apprendistato per acquisire tutte le competenze tecniche che la disciplina artistica richiede.
Sono due modi diversi, entrambi validi, di affrontare la stessa situazione e la preferenza per l'uno o per l'altro dipende principalmente dal carattere individuale.


Sylvia Thomson ha scelto il secondo metodo, quello più laborioso, e la sua costanza è stata premiata: la lista degli attestati di appartenenza alle varie associazioni internazionali di decorazione è una delle più complete che mi sia capitato di vedere girando per la Rete!


Arrivata in Canada, dalla natia Inghilterra, negli anni '60, la Thomson ha sempre dimostrato una spiccata predisposizione per il disegno e la pittura: pensate che, invece di limitarsi a leggere alla sua bambina le tradizionali fiabe infantili, come farebbe una qualsiasi altra mamma, Sylvia giele ridisegnava tutte a fumetti!


Al di là dei riconoscimenti ufficiali che ha conseguito nel tempo, visitando il suo sito ed ammirando gli esempi del suo lavoro si ha la netta sensazione di aver a che fare con una persona che sa il fatto suo e che mette giustamente in mostra la tecnica appresa grazie agli studi con i principali maestri americani e brasiliani.


Forse ne risente un po' lo stile, che non ha connotati particolari: i dipinti di Sylvia assomigliano a quelli di decine di altri decoratori che dipingono con le stesse procedure ma, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, questo non è un difetto per chi si dedica, da anni, principalmente all'insegnamento!


APPROFONDIMENTI

Sylder Studio, l'atelier dell'artista


© Rossana Radaelli-21.06.07

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I bambini ci guardano...

...e spesso cercano d'imitarci: non neghiamogli la possibilità di sperimentare un'attività così gratificante e formativa come la pittura su porcellana!

Sono stati consumati fiumi d'inchiostro -sia materiale che virtuale!- per spiegare l'importanza dell'espressione artistica nell'evoluzione educativa dei nostri "cuccioli".

Personalmente non ho la competenza necessaria ad affrontare l'argomento dal punto di vista scientifico però, come tante altre mamme, ho verificato nella pratica quanto sia importante per i piccoli poter dar libero sfogo alla loro fantasia pasticciando con pennelli e colori.

Se poi in famiglia c'è già un adulto o un fratello maggiore che dipinge, entra in gioco anche un forte stimolo psicologico, che spinge il bambino a imitare i gesti di chi è più grande...per sentirsi più grande a sua volta.

Ecco dunque che se la mamma, il papà, la nonna....o qualsiasi altro adulto che il bimbo conosce e frequenta sono soliti decorare la porcellana, è molto probabile che prima o poi ci si trovi a dover affrontare la fatidica richiesta del "voglio farlo anch'io!"... Come comportarsi in questo caso?

Molti sono convinti che la pittura su porcellana non sia adatta ai bambini, un po' per l'oggettiva laboriosità che richiede la preparazione dei colori e un po' per il presunto rischio alla salute legato all'inalazione accidentale della polvere di colore.

Io credo tuttavia che con il ricorso ai colori in godet e con un minimo d'attenzione ci si possa mettere al riparo da qualsiasi inconveniente, regalando così ai nostri figli o nipoti la possibilità di sperimentare un'attività fra le più appaganti.

Avete notato quanto sono orgogliosi e soddisfatti i nostri artisti in erba quando appendiamo alle pareti di casa un loro disegno? Immaginatevi dunque che gioia sarebbe per loro poter bere il latte in una tazza che hanno dipinto da soli!

APPROFONDIMENTI

Idee facili facili da copiare

© Rossana Radaelli-20.06.06

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Regolo per spicchiatura

Così come il filettatore, del quale può essere l'ideale completamento, esso è utilizzato soprattutto da chi deve lavorare spesso sui piatti

Il regolo da spicchiatura serve infatti, come rivela il suo nome, a suddividere in spicchi un piatto o una piastra, in modo da ottenere zone regolari nelle quali effettuare la decorazione.

E' costituito da un cartoncino sul quale sono disegnati cerchi concentrici divisi in settori che rappresentano porzioni di circonferenza: 1/3, 1/4, 1/5, etc...

Regolo per spicchiatura

Basta appoggiare il piatto capovolto sul regolo, cercando di farne coincidere il bordo con uno dei cerchi presenti, poi si fanno dei segni con la matita litografica in corrispondenza delle suddivisioni previste: su quelle contrassegnate con 1/3 se si desidera suddividere il piatto in tre settori, su quelle contrassegnate con 1/4 se si desidera dividerlo in 4 settori....e così via.

In questo modo si può ottenere una divisione molto regolare in maniera facile e veloce, senza dover ricorrere al compasso o a calcoli complicati.

Se poi avetedifficoltà a reperire in commercio il regolo da spicchiatura potete trovarne negli APPROFONDIMENTI una copia in dimensioni reali da scaricare e stampare, ridimensionandolo a piacere. Eventualmente potrete anche farlo plastificare così durerà più a lungo e non correrà il rischio di sporcarsi.

APPROFONDIMENTI

Il regolo da scaricare

© Rossana Radaelli-07.06.06

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Restauro casalingo: le premesse

Il buon senso ci dovrebbe dissuadere dall'avventurarci senza esperienza in un'attività così specialistica come il restauro della porcellana...

E sicuramente, se fossimo i facoltosi proprietari di un vaso Ming del XIV° secolo andato in frantumi, non avremmo dubbi sull'opportunità di rivolgerci ad un restauratore professionista...
Ma se ciò che si è rotto è una vecchia bomboniera oppure un piatto decorato da noi o il regalo ricevuto da una persona cara, tutti beni di grandissimo valore affettivo ma di scarso o nullo valore venale?
Che dite, non vale la pena, in questo caso, di provare ad arrangiarci da soli?!


In fondo ci viene richiesta soltanto una certa dose di pazienza e possiamo sopperire all'impreparazione tecnica prima di tutto con la consapevole determinazione a "salvare" il nostro prezioso oggetto e poi con qualche consiglio pratico di chi ha già sperimentato in questo campo....vale a dire la vostra guida di pittura su porcellana! ;-)


Per comodità possiamo dividere in quattro gruppi i danni nei quali possono incorrere i prodotti ceramici: crepe e graffi, sbeccature, rotture nette ed abrasione del decoro; si tratta però di una distinzione meramente teorica perchè lo stesso manufatto può presentare più di un tipo di difetto (se non addirittura tutte e quattro insieme!).


Ed ora che li abbiamo classificati, vedremo nei prossimi interventi come porre rimedio a questi guai, tenendo comunque presente che cercheremo di restituire all'oggetto il suo aspetto originario ma che difficilmente potremo recuperarne anche la funzione.


Prima però è meglio mettere in guardia i restauratori di mestiere affinchè si tengano alla larga: potrebbero non approvare i miei metodi poco ortodossi!


© Rossana Radaelli-30.08.06

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Marchi D.O.C.

Si può parlare di denominazione d'origine controllata anche per il marchio di una manifattura di porcellana?

Si potrebbe dire di sì, visto che le fabbriche di porcellana, sin dall'antichità, sono sorte spesso nei pressi di territori ricchi delle materie prime idonee, soprattutto caolino, e sono quasi sempre identificate con il nome del paese in cui risiedono: si parla infatti di porcellane di Capodimonte, di Meissen, di Sevres....

Capita più raramente che il nome della manifattura sia legato a quello del fondatore o del proprietario, così che riconoscere un marchio di porcellane significa, il più delle volte, risalire al luogo nel quale esse sono state prodotte.

E se volessimo fare il contrario? Se volessimo trovare tutti i marchi di ceramiche o porcellane che sono presenti in una determinata regione? E' un quesito che si devono essere posti anche i gestori di questo interessante sito, dove i marchi delle ceramiche italiane sono stati scrupolosamente classificati in base alla regione d'origine.

Provate a controllare se, fra quelli che conoscete della vostra zona, ci sono tutti: basta cliccare sulla cartina dell'Italia per veder apparire la rappresentazione grafica dei diversi marchi presenti nella regione selezionata. Se poi ne mancasse qualcuno si potrà provvedete a segnalarlo affinchè venga inserirto!

APPROFONDIMENTI

I marchi delle porcellane italiane

© Rossana Radaelli-05.04.07

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Ceramiche per Natale

Gli oggetti in ceramica decorati con soggetti natalizi rappresentano regali molto apprezzati in tutti i paesi del mondo.....avete già preparato i vostri?

Manca meno di un mese a Natale, è tempo di mettersi all'opera per premiare con qualcosa di davvero speciale, un oggetto dipinto a mano, le persone che ci sono più care. Se siete a corto d'idee venite con me a fare un giro su Internet, per vedere cosa offre la rete in questo settore: eccovi una carrellata di piatti, caraffe, vasi e altri oggetti, tutti in tema festivo , da copiare o da comprare, da collezionare o anche soltanto da ammirare:

Bianchi da dipingere

Stelle di Natale ed agrifoglio

Semplicità nella tradizione Americana

Una rosa nel vischio

Gli omini in pan di zenzero

Colori caldi per le feste

I folletti che vengono dal freddo

Stile country painting

Royal Copenhagen: i più famosi

Non può mancare Babbo Natale!

Ricordi del passato

Stile sobrio dal Giappone

La collezione Wedgwood Jasperware

Freschezza naif

Fiocchi di neve sulle stoviglie


© Rossana Radaelli-13.12.05

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Il prato su porcellana

Un manuale di decoro dedicato al disegno naturalistico e alle tecniche tradizionali

Ci sono molti libri di pittura su porcellana che insegnano a riprodurre la natura perchè è risaputo che fiori, animali e paesaggi sono spesso protagonisti di buona parte dei nostri decori. Sono pochi però i libri che si occupano delle forme più semplici della natura, come possono essere le erbe ed i piccoli insetti che animano la vita di un prato.

Questo volume di Margrit Marr provvede a colmare la lacuna e ci offre tutta una serie di esempi di come si possa ottenere una decorazione completa, raffinata e a volte anche preziosa, ricorrendo a soggetti solitamente ritenuti "minori" e quasi indegni di essere immortalati su porcellana.

Il segreto della riuscita del lavoro sta tutto nell'uso sapiente del pennino e nella dovizia dei particolari, che riescono a rendere ricco e persino opulento il decoro. Pochi sono i colori impiegati, visto che il vero protagonista resta il disegno, ma un disegno essenziale e pulito che non sarà difficile da copiare nemmeno per chi è alle prime armi.

Anche se è pensato per gli appassionati dei decori a pennino, questo libro può piacere a tutti perchè offre spunti originali interpretabili anche con altre tecniche (magari sostituendo il pennino con lo scroller) seppure va tenuto presente che è adatto sopratutto a chi sa esercitare pazienza e precisione!

Purtroppo il libro non è stato tradotto ed è disponibile solo nella lingua originale, il tedesco, tuttavia le spiegazioni teoriche sono molto ridotte e vertono principalmente sull'impasto dei colori e sull'attrezzatura della tecnica tradizionale, argomenti già noti a chi ha iniziato a dipingere la porcellana o comunque facilmente reperibili su altri libri....o su questa Guida! ;-) Per la trattazione pratica invece bastano le numerose fotografie passo-a-passo e i modelli da copiare.

Oltre che sul sito tedesco di Amazon, dove il prezzo è in Euro e senza dubbio si può risparmiare sulle spese di spedizione, il volume è reperibile anche sull'omonimo portale librario americano.

© Rossana Radaelli-02.05.07

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La gomma per l'oro

Anche se la decorazione con oro è solitamente affrontata dai più esperti, gli errori sono sempre in agguato!

Tutte le lavorazioni con oro, sia che si tratti di disegni a pennino che di ghirigori aggiunti a pennello, andrebbero affrontate solo dalla mano ben ferma di chi ha già una certa dimestichezza con la pittura su porcellana.

Le ragioni sono essenzialmente due: prima di tutto perchè eventuali errori si pagano cari -letteralmente!- e poi perchè l'oro è un materiale un po' subdolo e spesso è solo la cottura che mette in evidenza le sbavature prodotte cercando di apportare modifiche ad un tratto impreciso...

Per fortuna all'inconveniente si può rimediare, in tutto o in parte con questo provvidenziale utensile! L'aspetto è quello di una barretta di colore grigio od ocra costituita da materiale abrasivo:

Gomme per l'oro

Si usa strofinandola, dopo la cottura, sugli aloni grigiastri lasciati da residui di oro che si è cercato di asportare. Queste macchie sono invisibili a fresco ma riaffiorano inesorabilmente dopo il passaggio in forno! Se non sono troppo evidenti dovreste comunque riuscire ad eliminarle del tutto con la gomma.


© Rossana Radaelli-05.12.06

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Le damine di Lucy Frémy-Declume

Una decoratrice francese ha trasferito sulla porcellana il fascino della femminilità vittoriana

Il sito si chiama Passion Porcelaine & Patchwork e non lascia dubbi su quali siano i principali interessi artistici di Lucy Frémy-Declume! Lei stessa ce li spiega, dicendo di aver sempre manifestato una grande predisposizione per il disegno e la pittura e di ricordare con nostalgia la prima scatola di matite colorate, 24 pezzi della Caran d'Ache, che le fu regalata dal padre quando era bambina: le matite, naturalmente, si sono nel frattempo consumate ma pare che la scatola sia ancora gelosamente ed affettuosamente conservata!

E il patchwork? Lucy lo giustifica semplicemente col fatto di non essere capace di "starsene con le mani in mano" e di esserci arrivata a poco a poco dopo aver sperimentato cucito, ricamo e maglia...insomma, per dirla con le sue parole, l'aspirazione è quella di concretizzare con il colore e il contributo di vari supporti, le emozioni che si risvegliano davanti alla bellezza delle cose.

L'incontro con la pittura su porcellana è avvenuto in tempi relativamente recenti, nel 2002, ma Lucy non sembra risentirne tecnicamente: le sue pennellate sono dosate con maestria anche nei soggetti più difficili, come dimostra la giraffa dipinta su un posacenere, che trovate nella galleria dei lavori.

Personalmente mi sono piaciute le damine ottocentesche che animano uno dei servizi da tavola: piccola sfilata di moda del tempo che fu, dedicata ad un accessorio oggi ritenuto superfluo, il cappello, che rappresentava invece una fondamentale necessità per le nostre antenate.

Il vantaggio di visitare un sito europeo si rende poi evidente nel momento che ci viene voglia d'acquistare qualcosa: tutti i prezzi sono infatti in Euro e non ci sarà difficile calcolare quanto ci verrà a costare esaudire il nostro desiderio! ;-)

APPROFONDIMENTI

Passion Porcelaine & Patchwork

Le damine ottocentesche

La giraffa sul posacenere

© Rossana Radaelli-15.04.07

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Lezione d'equilibrismo

Quando l'oggetto da dipingere ha forma complessa o dimensioni al di fuori degli standard il decoratore è costretto a vere e proprie evoluzioni in punta di pennello...

Se dipingere un piatto non presenta particolari difficoltà, nemmeno per un principiante, la situazione si complica quando ci si appresta a decorare un vaso, soprattutto se di grosse dimensioni, oppure una scatolina dai bordi non pianeggianti o anche le piastrine in porcellana per gioielleria: tutti oggetti che non si possono maneggiare tanto agevolmente!
Vediamo allora come si possono trattare anche questi pezzi "difficili" in modo da renderne più semplice la decorazione.


Per i vasi e, in generale, per tutti gli oggetti cavi il trucco c'è e consiste nell'impugnare il pezzo dall'interno anzichè dall'esterno, infilando la mano destinata al sostegno direttamente dentro il vaso, se questo è di dimensioni medie, oppure aiutandosi con un supporto improvvisato da infilare nell'imboccatura se il vaso è più piccolo: potremmo usare un cucchiaio da cucina portato allo spessore giusto con qualche giro di Scottex.


I vasi di grandi dimensioni diventano troppo pesanti da sostenere con la mano: è opportuno in questi casi ricorrere alla torniella o, meglio ancora, a quei supporti girevoli usati come appoggio per gli apparecchi televisivi che hanno uno spessore di pochi centimetri e permettono di limitare l'altezza già elevata dell'oggetto.


Se poi vi riesce difficoltoso lavorare in verticale con il braccio a mezz'aria potete ricorrere ad un appoggio: qualche grosso libro impilato può essere sufficiente per i vasi medio alti, mentre per quelli più voluminosi basterà darsi un'occhiata in giro per scoprire che avete già in casa qualcosa di adatto: un fustino di detersivo, un portaombrelli, un seggiolino da spiaggia pieghevole.....sono solo alcuni dei sostegni che mi è capitato d'improvvisare!


I puristi della decorazione staranno già inorridendo ma.....perchè formalizzarsi se abbiamo trovato una soluzione pratica e comoda al problema?! ;-)


© Rossana Radaelli-17.07.06

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Le immagini della fantasia, dal 17/10 al 19/12 a Sarmede

E' in pieno svolgimento la XXVIII edizione della rassegna internazionale dedicata all'illustrazione per l'infanzia.....in che modo essa può interessare chi dipinge su porcellana?

A tutti i decoratori, tanto ai professionisti quanto a coloro che dipingono per svago, capita prima o poi di doversi confrontare con le tematiche infantili, anzi, non credo di sbagliare affermando che la nascita sia al primo posto (alla pari forse solo con le nozze) nella classifica degli eventi per i quali sono più richiesti i pezzi di porcellana personalizzata: targhe-ricordo, piatti per la pappa, bomboniere per il battesimo, tazze da colazione, cornici portafotografie...sono davvero tanti gli oggetti da decorare in occasione di un lieto evento!

Ecco dunque che, dopo aver riprodotto il personaggio cartoon del momento ed avendo già attinto a piene mani nel mondo di Bosco di Rovo o di Sara Kay, può capitare di trovarsi a corto d'idee.....è qui che ci vengono in soccorso i libri per l'infanzia, ricchi di poetici disegni facilmente trasformabili in modelli per ceramica!

Se avete occasione di transitare nella zona di Sarmede, in provincia di Treviso, non perdete l'opportunità di visitare la mostra Le immagini della fantasia, che raccoglie le opere di 120 artisti provenienti da ogni parte del mondo: sono esposti al pubblico, accanto alle tavole originali, anche i libri con esse illustrati ed è disponibile un catalogo della rassegna che potrà rappresentare un'ottima fonte d'ispirazione.

Fra le esposizioni collegate alla mostra due le sezioni speciali: la prima dedicata ad un ospite d'onore, che quest'anno è l'artista, italiana di fama internazionale, Beatrice Alemagna; l'altra, una rassegna tematica, che ha come protagoniste le Fiabe dal Brasile.

Per tutto il periodo della manifestazione il comune di Sarmede ha programmato un ciclo di eventi accompagnatori: letture animate, laboratori per bambini, incontri e spettacoli che fanno da corollario ad un'iniziativa già di per sè molto ricca, che rallegrerà il tempo libero di grandi e piccini.

APPROFONDIMENTI

Sarmede, il paese della fiaba


© Rossana Radaelli-15.11.05

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Un'altra rosellina

Ecco una variante alla rosellina classica che abbiamo imparato a fare nel tutorial precedente

Si tratta di un piccolo fiore "costruito" con le stesse pennellate che abbiamo già preso in considerazione: la differenza sta solo nel nucleo centrale che, eseguito in questo modo, conferisce alla rosa un aspetto più pieno e corposo.

Variante rosellina-step 01

Ecco come si presenta la rosellina finita: come vedete l'aspetto è un po' più "cicciotto" rispetto alle roselline classiche, sebbene le dimensioni siano le stesse!

Variante rosellina-step 2

Ed ecco il particolare ingrandito del nucleo centrale: invece che da cerchi concentrici è formato da piccole pennellate consecutive...

Variante rosellina-step 3

...si inizia con le due pennellate che delimitano la parte superiore del nucleo, dirette dall'alto verso il basso e dall'interno all'esterno...

Variante rosellina-step 4

...si prosegue con altre tre pennellate dall'alto verso il basso e a forma di virgola: si parte dall'interno, ci si allarga lateralmente e si torna di nuovo verso l'interno.

Variante rosellina-step 5

Con tre pennellate più grosse si completa il nucleo della rosa: da qui in poi si procede come per le roselline classiche.

© Rossana Radaelli-25.07.06

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Intramontabili perline

Infilare perline è uno dei passatempi più antichi eppure è anche uno di quelli che ha resistito meglio al trascorrere del tempo e delle mode

Sarà perchè non richiede una preparazione "artistica" particolare ma solo un minimo di fantasia e di buon gusto, sarà perchè solletica la vanità (non solo femminile!) di ostentare su di sè il prodotto della propria fatica, sarà perchè si accompagna a nostalgiche reminiscenze infantili di collanine realizzate con palline di plastica o di pastina tostata, sarà perchè l'attrezzatura che serve è limitata.....fatto è che l'hobby delle perline è una delle attività più seguite e diffuse.


E di perline da utilizzare ne esistono di tutti i tipi: quelle più tradizionali sono in vetro o in legno, ma ve ne sono anche in materiali pregiati, come le pietre dure e i metalli nobili, o insoliti, come il Cernit o il feltro.....avete già capito dove voglio arrivare? Bene, allora non perdiamo altro tempo e facciamo un giro per i siti che commercializzano le perline in porcellana...ne vedremo delle belle! ;-)


Ce ne sono per tutti i gusti!


D'ispirazione etnica


A forma di Matryoshka russa


Effetto cloisonne


Pietre finte ed Hello Kitty


Perle orientali...


Varietà di forme e colori


Cineserie in bianco e blu


Per essere "alternative"...


Qualche modello da copiare


...e se le fabbricassimo in proprio?!



© Rossana Radaelli-13.11.06

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La punta d'agata

Ricorda gli stilus degli antichi scribi questo attrezzo impiegato per elaborare i decori in oro

Tutti abbiamo appreso a scuola che gli scribi -gli stenografi dell'atichità!- erano soliti fissare gli appunti su una tavoletta spalmata di cera per mezzo di un'asticciola appuntita chiamata stylus, più o meno come noi facciamo con la penna su un blocco-note!


La punta d'agata somiglia molto a quell'arcaico bastoncino: è infatti costituita da un fusto in legno al quale è ancorata, tramite una ghiera metallica, una punta in pietra dura, l'agata appunto:



Punta d'agata per incisione sull'oro zecchino



Anche il principio di funzionamento è analogo a quello del suo primitivo precursore: si tratta infatti di usare l'estremità aguzza della punta per scalfire, dopo la cottura, la superficie coperta di oro zecchino per ricavarne disegni tono-su-tono.


Il costo elevato di questo attrezzo e la preziosità, anche dal punto di vista economico, della tecnica di decoro nel quale è utilizzato lo rende uno strumento d'elite, solitamente retaggio dei decoratori professionisti o degli hobbisti che abbiano già una certa esperienza.


© Rossana Radaelli-21.11.06

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Favorite e favoritismi

Sembra che il successo della manifattura di Sevres sia stato determinato dal capriccio della marchesa di Pompadour, amante prediletta del re di Francia e abile faccendiera di corte...

Quando nel 1738 fu fondata a Vincennes una fabbrica di porcellana a pasta tenera, nulla faceva presagire che entro di un paio di decenni sarebbe diventata il punto di riferimento per i decoratori dell'intera Europa. La neonata manifattura, infatti, non aveva particolari caratteri distintivi rispetto alle contemporanee fabbriche di porcellana sorte a seguito dell'impulso promosso da Meissen: gli oggetti allora prodotti erano per lo più copie di quelli provenienti dalla ormai famosa casa tedesca.

Nel 1756 però la fabbrica fu trasferita a Sevres, in un edificio non molto distante dal castello della Marchesa di Pompadour, discussa esponente dell'aristocrazia francese...nonchè favorita di re Luigi XV. Madame de Pompadour prese a cuore le sorti della manifattura, folgorata, si dice, dalla bellezza delle prime statuine in bisquit, un impasto ceramico privo di cristallina che assume un aspetto molto simile al marmo dopo la cottura.

Fu grazie all'influenza di questa intraprendente cortigiana che il re in persona, divenutone proprietario nel 1759, decretò il successo della fabbrica di Sevres grazie all'attuazione di apposite leggi mirate a farle ottenere il monopolio della porcellana francese.

Risalgono a questo periodo gli esempi più significativi della produzione di Sevres: oltre ai già citati gruppi plastici in bisquit, troviamo vasi, coppe, servizi di vasellame da tavola composti da innumerevoli pezzi, nell'osservanza di una tradizione tipicamente francese.

Gruppo plastico in bisquit

La decorazione è caratterizzata da fiori, uccelli esotici, paesaggi e scene bucoliche, il più delle volte circoscritti in medaglioni che risaltano su fondali blu, verde e rosa, colori così distintivi dello stile Sevres da aver conservato nel nome l'impronta del passato: ancor oggi infatti si parla di blu reale, verde di Sevres, rosa Pompadour!

Più tardivi ma non meno peculiari sono gli sfondi a piccoli motivi geometrici chiamati a cailloutè e a oeil de perdrix (a ciottolo o ad occhio di pernice) che fecero la loro comparsa dopo il 1770, quando la manifattura, a seguito del reperimento di un nuovo tipo di argilla, aveva appena iniziato la produzione di porcellana a pasta dura.

I colori dello stile Sevres

Meno felici per la fabbrica di Sevres furono gli anni successivi: dopo uno sprazzo di originalità con la cosiddetta decorazione a gioiello, che consisteva nell'applicazione di smalto a gocce e frammenti di porcellana, a simulare pietre preziose e perle, la manifattura conobbe un periodo di declino durante la Rivoluzione Francese che portò alla paralisi quasi totale della produzione.

Fu solo dopo il 1800 che le sorti della fabbrica si risollevarono, grazie alla scoperta di un nuovo composto a pasta dura, molto resistente e al tempo stesso molto malleabile, che consentì di orientare l'attività verso la fabbricazione di oggetti di grandi dimensioni ma eleganti per l'esiguo spessore, come i vasi in stile neoclassico che sono l'esempio più rappresentativo dello stile Sevres "moderno".

APPROFONDIMENTI

Blu, verde e rosa: i colori dello stile Sevres

Il marchio e le sue evoluzioni

Stampe commemorative

Le produzioni tardive

© Rossana Radaelli-10.10.06

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Sundus Al Ibrahim, versatilità ed impegno

Un'artista di origine saudita, apprezzata a livello internazionale non solo per le sue capacità ma anche per il suo impegno divulgativo

Cresciuta in una famiglia di stampo patriarcale, dove coesistevano in buona armonia tre generazioni diverse, Sundus Al Ibrahim ha avuto un'infanzia ed una giovinezza serene che hanno condizionato positivamente il suo modo d'intendere la vita e l'arte.


Trasferitasi in Canada nel 1990, con il marito e le due figliolette, ha portato con sè gli insegnamenti assimilati negli anni della sua formazione in Medio Oriente e l'influenza delle diverse matrici culturali avvicendatesi nel glorioso passato della sua terra: Sumeri, Assiri, Babilonesi, Arabi, Turchi...civiltà che hanno lasciato un'impronta durevole nei territori che hanno occupato e che sono diventate una suggestiva fonte d'ispirazione per le opere dell'artista.


Definire uno stile per Sundus Al Ibrahim è oltremodo arduo: i suoi dipinti spaziano dal classicismo più tradizionale all'astrattismo, dal manierismo tecnico dei decori di stampo europeo all'esuberanza espressiva della scuola americana, il tutto permeato dall'opulenza cromatica dei modelli mediorientali.


In poche parole Sundus sa rendere al meglio in molti campi e non stupisce il fatto che sia tanto lungo l'elenco delle manifestazioni, a livello mondiale, alle quali è stata invitata a partecipare nel corso degli anni!
Nel 2000 ha presenziato anche alla Convention Internazionale di Como e l'anno dopo si è piazzata al terzo posto nel Trofeo Meissen di Dresda...insomma un palmarès di tutto rispetto!


A parte ciò, il suo sito merita senz'altro una visita, perchè la Gallery è ricca di pezzi di pregio e l'insieme è ben organizzato e facilmente consultabile.
Nei link non poteva mancare un tributo alla collega e conterranea Lynn Al-Qahtani, già recensita in un precedente intervento di questa Guida.



APPROFONDIMENTI

Elite Porcelain Art

© Rossana Radaelli-02.04.07

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Aiuto: ho le dita troppo grosse!

A quanti di voi è capitato di pensarlo trovandosi alle prese con la decorazione del coperchio di un portapillole o di una piastrina per spilla?

Tranquilli: si tratta di una sensazione molto comune! Il fatto è che certi oggettini in porcellana sono così piccoli che non si sa proprio come tenerli in mano per decorarli e si finisce col confondere i ruoli di causa ed effetto attribuendo a Madre Natura delle colpe che non ha...


Effettivamente non è facile gestire questo tipo di supporto: per decorarlo dobbiamo fare in modo che la sua superficie sia perfettamente libera ed accessibile, cosa che ci preclude la possibilità di tenerlo con le dita perchè lo coprirebbero in parte; d'altra parte non possiamo nemmeno appoggiarlo semplicemente sul tavolo perchè si sposterebbe al tocco del pennello....che fare allora?


La soluzione è tanto banale quanto efficace e immagino che molti di voi l'abbiano già scoperta da soli.....per tutti gli altri ecco qui: basta ancorare la piastrina ad un rettangolo di cartoncino per mezzo di un pezzeto di nastro adesivo ripiegato su sè stesso, in questo modo potremo tenere in mano il cartoncino e non direttamente la piastrina e, alla fine del decoro, basterà esercitare una leggera pressione con la lama della spatola per staccare la porcellana dal supporto in cartone.


Nel caso di oggettini un po' più pesanti potremo sostituire lo scotch con un pezzetto di quelle gommine adesive malleabili in vendita nei colorifici.
Vi sconsiglio invece il biadesivo perchè, anche se la funzionalità è la stessa, è difficoltoso riuscire a staccarlo a fine lavoro.


© Rossana Radaelli-20.07.06

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Azulejos, fascino moresco

Un fenomeno d'importazione che ha avuto inizio nel XV° secolo e si è radicato nella tradizione locale sino a diventare il segno distintivo di un intero paese

Gli azulejos, piastrelle quadrate di ceramica dipinta, sono giunte in Portogallo al seguito delle invasioni dei Mori: il loro nome deriva dall'arabo al zuleique che significa "pietra levigata".
Erano costituite da argilla plasmata a mano e lasciata seccare al sole, che veniva in seguito decorata e smaltata, attraverso un procedimento molto lungo che comportava due cotture ad alta temperatura.


Il loro aspetto più tipico è quello della mattonella policroma, anche se l'influenza più tardiva delle ceramiche olandesi ha originato una vasta produzione collaterale in bianco e blu.
Sembra che la dimensione standar di 14 cm per lato non sia fortuita ma dettata da considerazioni di natura scaramantica: per formare un metro quadro occorrono infatti 7 file di 7 piastrelle e il numero sette è da sempre considerato "magico" dalla supersitizione popolare!


In origine gli azulejos erano dipinti con motivi geometrici ed accostati, su pavimenti e pareti domestici, in modo da formare disegni elaborati che simulavano la presenza di tappeti o tappezzerie; successivamente si diffusero anche all'esterno delle abitazioni e furono impiegati per rivestire le facciate di edifici e chiese componendo raffigurazioni complesse di carattere mitologico, bucolico e religioso.


Lisbona, la capitale, è l'esempio più noto di questo stile di decorazione del quale comunque si trovano testimonianze nell'intero paese. Tutto ciò che si prestava, infatti, è stato rivestito con le piastrelle: case, chiese, terrazzi, conventi, edifici pubblici, stazioni, piscine...e il Portogallo è oggi come una grande mostra permanente a cielo aperto!


APPROFONDIMENTI

Il Museo Nazionale degli Azulejos

Galleria in bianco e blu

Ceramiche come poster


© Rossana Radaelli-04.07.06

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Pascale Fléchelles: 20 decorazioni su porcellana

Un libro di modelli facili da copiare anche per chi è alle prime armi nella decorazione

Il titolo della collana della quale fa parte questo volume, Un'ora per fare, la dice lunga sulle intenzioni dell'editore: fornire uno strumento di consultazione agile e snello che permetta di realizzare velocemente il modello proposto.


I lavori illustrati sono molto semplici da riprodurre: si tratta per lo più di motivi geometrici elementari che puntano sui contrasti di colore per ottenere l'effetto decorativo finale.
Ciò non deve indurre a sottovalutare il risultato che, tenuto conto della scarso impegno richiesto, produce un impatto visivo molto suggestivo, forse più attraente di tanti altri decori, più complicati da ottenere, ma anche più scontati e quindi meno intriganti.


D'altra parte lo stile di Pascale Fléchelles nel decoro su porcellana è mediato dal gusto compositivo proprio degli artisti del mosaico, la sua attività collaterale, così che i disegni che crea prendono forma per l'accostamento di piccoli pezzi colorati (macchie, righe, puntini o rettangoli) uniti ad armonizzarsi insieme.


Vista la limitata difficoltà tecnica dei lavori proposti, questo libro è sicuramente indicato per i principianti perchè rappresenta un ottimo sistema per esercitarsi nella miscelazione e nella stesura dei colori da terzo fuoco senza doversi preoccupare anche della composizione dei disegni. Tuttavia può fornire spunti anche a chi dipinge su porcellana da molto tempo ed è alla ricerca di qualche decoro non convenzionale.


APPROFONDIMENTI

Sul sito della Casa Editrice


© Rossana Radaelli-10.04.07

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La spatola per l'oro

Va bene che l'oro è molto prezioso...ma ci serve veramente una spatola specifica?

Viene infatti da chiedersi perchè non usare la solita spatola a coltello che serve per impastare i colori...Il motivo è presto detto: se viene a contatto con un altro metallo l'oro subisce una reazione chimica di ossidazione che ne altera la resa; questa è anche la ragione per la quale bisogna mantenere sempre una certa distanza tra il decoro in oro e quello prodotto con altri metalli!

Gli attrezzi usati per maneggiare l'oro sono quindi sempre in legno o in plastica. Sul legno però l'oro attecchisce maggiormente, rendendo la pulizia piu difficoltosa e aumentando gli sprechi...meglio usare allora la più pratica spatolina in plastica!

Spatolina per oro

Come potete vedere, la spatolina per oro è diversa dalla spatola per impastare i colori anche nella forma: è molto più sottile all'estremità perchè deve poter prelevare il nobile metallo attraverso l'imboccatura della boccetta dove è contenuto, che solitamente ha dimensioni minuscole, per limitarne il costo d'acquisto.


© Rossana Radaelli-11.11.06

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Dolcetto o scherzetto?

Halloween, la leggendaria festa anglosassone, sta riscuotendo consensi, da qualche anno, anche in Italia...

Sembra che le origini di questa ricorrenza siano da far risalire addirittura al periodo celtico in Irlanda, quando si credeva che la notte del 31 ottobre gli spiriti dei morti sarebbero tornati sulla terra a reincarnarsi in un nuovo corpo così che la gente usava mascherarsi in modo orripilante per rendersi meno appetibile alle anime dei defunti in cerca di carnale dimora...


Ma perchè proprio la notte del 31 ottobre? E com'è nata l'usanza del trick-or-treat? Cosa significa in realtà Halloween? Perchè il suo simbolo più tipico è una zucca intagliata?
Se questi tremendi dubbi non vi fanno dormire, potete fare una visita al sito italiano interamente dedicato all'orrorifica festa, dove ne sono spiegati origine e significato e ne sono descritti simbologia e tradizioni...


Per coloro che, anche in questa circostanza, non vogliono rinunciare a servire il dolcetto in un piatto personalizzato, ecco una serie di link dove attingere idee da copiare! ;-)


La più tradizionale delle zucche


Geometrie vittoriane


Streghe, fantasmi e gatti neri...


Un simpatico zombie


Una collezione completa


Ragnatele e pippistrelli


Scheletri per l'aperitivo!


Arancione e nero, i colori di Halloween


Dipingiamo la casa stregata!



© Rossana Radaelli-22.10.06

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Sembra facile ma...

Ho appena iniziato a dipingere su ceramica con i colori che si fissano nei forni di casa...

...e vorrei imparare a sfumare bene le tinte. Spero in qualche tuo buon consiglio... Ecco la richiesta fattami da Jessica: anche lei, come tanti altri, ha voluto sperimentare la pittura su porcellana iniziando con il metodo solitamente ritenuto più semplice...

I colori che si fissano nel forno domestico sono infatti facilmente reperibili in tutti i colorifici e anche nei centri del fai-da-te, sono relativamente poco costosi, sono prodotti in tante tonalità sempre miscelabili fra loro, sono idrosolubili semplificando le operazioni di pulizia ma...(c'è sempre un "ma" in agguato da qualche parte!) non sono così facili da usare come comunemente si crede!

Soprattutto non è facile riuscire ad ottenere le sfumature che Jessica vorrebbe perchè questo tipo di colore, come tutti gli acrilici, è piuttosto denso, coprente, difficile da "tirare" e asciuga molto velocemente.

Occorre quindi essere rapidi nella decorazione perchè il colore resta lavorabile per un tempo molto breve e per realizzare le sfumature volute è necessario allungarlo: anche se è diluibile in acqua è meglio usare l'apposito diluente, praticamente un colore trasparente, che non ne compromette la qualità, soprattutto in vista della cottura.

Un "trucco" che può essere utile per rallentare l'essicazione del prodotto ed ottenere pennellate più leggere è quello di mantenere sempre umido il pennello, bagnandolo nell'acqua e scolandolo su un pezzo di Scottex, prima d'intingerlo nel colore.

Superfluo aggiungere che, come per qualsiasi altra attività, i risultati migliori si ottengono solo con la costanza e la pazienza! ;-)

© Rossana Radaelli-26.09.07

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Roselline step by step

Le roselline sono uno dei primi soggetti che si affrontano quando si inizia a dipingere su porcellana con la tecnica tradizionale

Sono infatti molto facili da realizzare e molto gradevoli da vedere...un connubio particolarmente apprezzato da tutti i principianti!


Poichè è notorio che un'immagine vale più di mille parole seguiamone passo passo l'esecuzione attraverso le 7 tappe schematizzate qui sotto:


step 0

Il punto di partenza è il corpo centrale della rosa, di forma rotondeggiante: con la matita vetrografica disegnamo quindi un cerchio e, per avere un punto di riferimento preciso, tagliamolo a metà con una linea verticale.

step 1

Eseguiamo la prima pennellata a forma di C rovesciata lungo il bordo inferiore e laterale destro del cerchio a matita.

step 2

Senza ricaricare il pennello ripassiamo la pennellata precedente in modo da spingere il colore già presente a concentrarsi lungo il bordo esterno del cerchio.

step 3

Ricarichiamo il pennello nel colore ed eseguiamo una seconda pennellata a C, più corta e meno curva, all'interno della pennellata precedente

step 4

Realizziamo ora il bocciolino alla sommità della rosa: è costituito da tre pennellate concentriche eseguite caricando il pennello una sola volta.

step 5

I petali laterali della rosa sono costituiti da tre pennellate su entrambi i lati del corpo centrale, eseguiti dall'esterno verso l'interno e dall'alto verso il basso, intingendo il pennello solo una volta per ogni lato.

step 6

L'ultimo passaggio lo si ottiene con due pennellate a "virgola sdraiata" eseguite alla base del fiore.



© Rossana Radaelli-18.06.06

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Gioielli in porcellana

Painted Porcelain Jewelry and Buttons: una guida per i collezionisti, una fonte d'ispirazione per i decoratori

Questo libro di Dorothy Kamm, decoratrice americana esperta in porcellane antiche, raccoglie quasi 350 pezzi tra spille, pendenti, gemelli da polso, bottoni, piastrine da orologio e altre minuterie decorative che s'imposero come accessori e complementi dell'abbigliamento, tanto femminile che maschile, nel periodo a cavallo tra il finire dell'800 e il primo decennio del '900.


Una moda nata probabilmente a seguito del diffondersi della pittura su porcellana tra le signore della piccola borghesia, ceto sociale sicuramente benestante ma non così facoltoso da consentire abbondante sfoggio di gioielli tradizionali in metalli nobili e gemme rare.


I monili in porcellana, impreziositi da montature in argento ed oro e, naturalmente, dalla decorazione dipinta a mano, rappresentarono una risposta, più economica ma non meno pregevole, all'esigenza di ben figurare delle classi sociali emergenti.


Pur evolvendosi nel corso del tempo, la moda del bijou in porcellana non è mai tramontata del tutto ed ha addirittura ritrovato inattese energie, da qualche anno a questa parte, grazie all'impiego di nuove tecniche, prima fra tutte la tecnica scandinava, che hanno fatto riscoprire anche ai contemporanei il piacere d'indossare un ornamento creato con le proprie mani.


Per la ricchezza delle informazioni storiche e la meticolosità di classificazione, questo volume aspira ad essere una guida completa per i collezionisti dei gioielli in porcellana, tuttavia credo che piacerà a tutti gli appassionati di decorazione perchè, oltre ad offrire ottimi spunti d'ispirazione, consente di apprezzare ed esplorare le possibilità pittoriche offerte da quest'arte nell'intrigante settore delle miniature.


APPROFONDIMENTI

Dove acquistare il libro

© Rossana Radaelli-24.01.07

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La grattapugia

Un utensile dal nome misterioso che altro non è se non una spazzola per lucidare l'oro!

Si tratta infatti di un apposito attrezzo che viene impiegato per lucidare l'oro zecchino che, dopo la cottura, appare opaco e privo di luminosità.

Come abbiamo già avuto modo di accennare in un precedente articolo, esistono diverse varietà di oro, classificabili sia in base alla percentuale del metallo nobile che contengongono, sia in base all'aspetto che assume il decoro dopo la cottura. In particolare l'oro più pregiato, chiamato appunto oro zecchino o anche oro opaco, necessita di una fase di lucidatura che faccia emergere appieno la sua brillantezza.

La grattapugia è costituita da un insieme di filamenti in fibra di vetro tenuti insieme, anzi letteralmente "legati" da un cordoncino avvolto strettamente a spira attorno ad essi. Man mano che, con l'uso, la fibra di vetro si consuma lo spago viene via via srotolato:

La grattapugia a cordoncino

Un'alternativa più moderna è costituita da una speciale portamine a pulsante -che in questo caso si dovrebbe definire porta-fibre ;-) - dove i filamenti in fibra di vetro sono contenuti in un fusto metallico e vengono fatti sporgere premendo il pulsante:

Grattapugia a pulsante

La lucidatura si esegue strofinando sul decoro i filamenti, che alcuni impropriamente chiamano setole, della grattapugia: poichè la fibra di vetro tende a disperdere piccoli frammenti che sono dannosi se respirati ed fastidiosi se s'infilano, come piccolissime ed invisibili spine, nella pelle, sarà bene effettuare questa operazione proteggendo l'accesso alle vie respiratorie con una mascherina e le mani con dei guanti usa-e-getta.

© Rossana Radaelli-30.10.06

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