Una siringa senza aghi...

...ma con tante trafile intercambiabili: è la siringa per la pasta di porcellana

Quando abbiamo preso in esame gli utensili necessari alla modellazione mi sono ripromessa di illustrarvi solo lo stretto indispensabile -meglio se riciclato- perchè non ritenevo giustificato l'acquisto di strumenti appositi per sperimentare un'attività che avrebbe anche potuto non piacervi...

Non ho cambiato idea al proposito...ma potreste averla cambiata voi, potreste aver scoperto che la lavorazione della pasta di porcellana vi attrae più del previsto e potreste essere tentati di procurarvi un'attrezzatura come si deve.

Vi segnalo allora questo strumento perchè lo ritengo uno dei pochi davvero utili e al quale si possono trovare difficilmente valide alternative. Si tratta, come dice il nome, di una siringa in metallo dotata di una ghiera a vite che trattiene in posizione le trafile intercambiabili:

Siringa per pasta di porcellana

Introducendo un pezzetto d'impasto nel fusto della siringa e premendo lo stantuffo si possono ottenere filamenti di diverso spessore, la cui forma è determinata dal tipo di trafila usata.

In alternativa alla siringa, per realizzare fili d'impasto di spessore fisso e di lunghezza limitata, è possibile utilizzare anche un comune e più economico spremiaglio. E'indubbio però che che la siringa è un attrezzo più completo e versatile e se proseguirete nell'attività di modellazione, oltre ad ammortizzarne il costo iniziale, ne trarrete sicuramente maggiori soddisfazioni.

© Rossana Radaelli-16.03.07

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L'arte d'illustrare i fiori

The Art of Botanical Illustration ripercorre il cammino dell'illustrazione botanica dalle origini ai giorni nostri...o quasi.

Da un sondaggio effettuato tempo addietro, sulla mia vecchia Guida, è emerso che molti di voi prediligono le tematiche floreali per le loro opere di decorazione e la cosa non mi stupisce: i fiori sono uno dei soggetti più amati dai pittori di tutte le epoche e di tutte le età...persino i nostri bimbi infatti, quando iniziano i loro esperimenti artistici, cosa disegnano? La mamma, la casetta e...un fiore, naturalmente! :-)

Questo libro di Wilfrid Blunt, uno studioso di storia dell'arte, si propone di ricostruire l'evoluzione che ha subito l'illustrazione floreale nel corso del tempo: si parte dagli schizzi rupestri dei nostri progenitori, risalenti alla lontana età paleolitica, per arrivare alle tavole botaniche disegnate dai naturalisti del ventesimo secolo, attraverso 372 pagine di storia accuratamente documentata e corredata da oltre 200 immagini, in bianco e nero e a colori.

Sul sito della Dover Publications, la casa editrice del volume, è riportata la recensione di The Spectator, il noto magazine britannico, che elogia anche il testo d'accompagnamento definendolo "interessante e vivace quanto le illustrazioni"...purtroppo il libro è venduto in Italia nella versione originale in lingua inglese, cosa che pregiudica a buona parte di noi la possibilità d'apprezzare lo sfoggio stilistico dell'autore!

Nel complesso comunque, tralasciando le considerazioni di natura letteraria, che in fondo esulano dallo scopo di questa guida, direi che si tratta di un ottimo volume, l'ideale per chi voglia arricchire la propria conoscenza di storia dell'arte in un settore molto particolare ma sicuramente non limitato...un classico, insomma, che è bello da avere in libreria per poterlo consultare all'occorrenza.

APPROFONDIMENTI

Dove acquistare il libro

© Rossana Radaelli-17.11.06

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Ceramica...affilata!

E' noto che con la ceramica si producono innumerevoli utensili da cucina ma...sapevate che esistono persino dei coltelli con la lama in materiale ceramico?

Li produce una società giapponese utilizzando un impasto a base di zirconio, un minerale simile alla selce, mischiato a magnesio, calcio e silicio: il tutto viene cotto, dopo la solidificazione, a temperature di 1500°-1700° e il risultato è un materiale sottile ma durissimo chiamato ISHI BA, che non arrugginisce e non si ossida, è leggero e maneggevole e non perde l'affilatura anche dopo anni di utilizzo.

Sul sito del rivenditore italiano leggiamo: "Le prove di laboratorio dimostrano che, applicando una sempre uguale pressione di 2,2 kg, la lama in ceramica ISHI BA è in grado di tagliare venti fogli di carta contemporaneamente per più di mille volte senza perdere l'affilatura. Le lame in acciaio, applicando lo stesso peso, perdono il filo dopo aver tagliato per solo seicento volte un numero di fogli sempre decrescente" Prendendo per buona questa affermazione (non credo che nessuno di noi si prenderà mai la briga di verificarla in proprio!) c'è di che restare impressionati!

A parte questa "prova di forza" i coltelli in ceramica dovrebbero presentare altri apprezzabili vantaggi: in particolare sarebbero più igienici rispetto ai coltelli in lega metallica perchè inattaccabili dagli agenti chimici contenuti negli alimenti, ed anche inodori, antimagnetici e antiallergici.

Se le novità vi affascinano e siete tentati alla prova, troverete sicuramente la lama che fa per voi nel vasto assortimento proposto: dallo spelucchino al coltello da chef, dalle forbici al pelapatate, dall'affettatrice al coltello per arrosto...c'è solo l'imbarazzo della scelta!

E i prezzi? Beh, si sa che l'originalità si paga......e se siete deboli di cuore forse è meglio che lasciate perdere: rischiereste un'infarto nel malaugurato caso che il coltello vi sfuggisse di mano andandosi a frantumare sul pavimento!

APPROFONDIMENTI

I vantaggi della lama in ceramica

Un ampio assortimento!

La ricetta ad hoc...

© Rossana Radaelli-01.08.06

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Smaltatura del biscotto

E' la fase di passaggio che si colloca tra le due cotture e che conferisce brillantezza alla superficie del biscotto porcellanoso

Dopo la prima cottura, che ha trasformato la pasta di porcellana in biscotto porcellanoso, il pezzo è ancora abbastanza fragile e la sua superficie può presentare delle irregolarità alle quali si può rimediare scartavetrando con delicatezza tramite carta vetrata a grana finissima.
So che alcuni, per eseguire questa operazione, usano una limetta di cartone -la stessa impiegata per la manicure!- ma personalmente ve la sconsiglio, perchè ha grana troppo grossolana e la sua anima poco flessibile impedisce di seguire agevolmente la forma dell'oggetto.


Quando riteniamo che la superficie del pezzo è sufficientemente liscia e priva di asperità, possiamo procedere al bagno in cristallina liquida, preparata sciogliendo 400 gr. di polvere in 1 litro d'acqua di rubinetto.
Le dosi possono essere naturalmente variate a seconda del bisogno, ripettando la proporzione suddetta (100 gr di cristallina ogni 250 cc di acqua) e tenendo presente che, poichè la cristallina liquida si conserva per lungo tempo in un barattolo chiuso, è meglio prepararne in abbondanza piuttosto che rischiare di rimanerne senza a metà lavoro!


Come procedere alla smaltatura:

1) Immergiamo l'oggetto tenendolo per la base

2) Rigiriamolo all'interno del liquido in modo da far aderire la cristallina su tutta la superficie

3) Solleviamolo e lasciamo scolare la cristallina in eccesso

4) Puliamo accuratamente con una spugna la base d'appoggio (per evitare che cuocendo la cristallina incolli l'oggetto nel forno!)

5) Poniamo ad asciugare sopra un supporto impermeabile


La cristallina liquida asciuga piuttosto velocemente tuttavia, anche quando il pezzo ci sembra perfettamente asciutto, evitiamo di toccarlo con le dita perchè fino a quando non sarà cotta la smaltatura si rovinerà facilmente, perdendo in lucentezza.


Alla fine della smaltatura, chiamata anche cristallinatura o invetriatura, il biscotto in porcellana viene posto nel forno, appoggiato su una lastra in fibra di vetro, e cotto, come già detto, a 1250°...ne uscirà pronto per essere decorato!



© Rossana Radaelli-05.03.07

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I portapennelli

Essendo un fattore condizionante per qualsiasi genere di pittura, l'integrità del pennello e delle sue setole va garantita anche quando l'accessorio viene riposto

Ecco allora che il portapennelli assume un'importanza fondamentale! Quel che conta però non sono la sua forma o il materiale del quale è fatto, che vanno valutati più per esigenze di praticità che di vera necessità, bensì la maniera in cui il contenitore viene usato. I pennelli vanno infatti riposti in modo che le loro setole siano protette dalle deformazioni e dalla polvere e il biccchiere coperto che vi avevo suggerito in un precedente articolo è più che idoneo allo scopo, tuttavia in commercio esistono così tante alternative al "fai da te" che vale sicuramente la pena di darci un'occhiata...

Non aggiungono molto di più all'utilità di un comune bicchiere o di un barattolo i portapennelli illustrati qui sotto, dotati di separatori o di fori per infilare il manico: nel primo caso, benchè le setole risultino salvaguardate dal fatto di non essere a stretto contatto fra loro, resta il problema della polvere; nel secondo caso la soluzione proposta, con la vaschetta per il diluente, è concepita più per l'uso che per la conservazione del pennello e francamente mi sembra poco pratica....pensate ala difficoltà di intingere il pennello quando tutti i fori sono occupati!

Portapennelli in plastica con separatori

Buona parte dei portapennelli in commercio sono stati pensati non solo per riporre e conservare in buona salute i pennelli ma anche per renderne più agevole il trasporto. Questa scatola di metallo, ad esempio, tiene a posto i pennelli grazie alle molle trasversali che ne agganciano i manici:

Scatola portapennelli in metallo

Se i pennelli sono pochi si possono riporre in contenitori tubolari dei quali esiste anche una versione telescopica che si può regolare in lunghezza per adattarla alle misure dei manici:

Portapennelli tubolari

Questi portapennelli a libro servono sia per riporre i pennelli che per fornire un supporto da tenere sul tavolo di lavoro, insomma la classica soluzione che sfrutta il concetto del due in uno:

Portapennelli a libro

Economici e pratici i portapennelli che si arrotolano su sè stessi! Si possono trovare di varie dimensioni e in materiali diversi, però bisogna fare molta attenzione per non deformare le setole quando li si arrotola:

Portapennelli avvolgibili

Un'idea "rubata" dagli zaini dei nostri figli: l'astuccio con cerniera o bottone, dove i pennelli sono tenuti in ordine grazie alle taschine o alle fascette elastiche cucite:

Portapennelli ad astuccio

Infine un grande contenitore a tasche che può essere appeso alla parete quando i pennelli sono in uso, oppure può essere richiuso e arrotolato su sè stesso per il trasporto:

Portapennelli da parete

© Rossana Radaelli-27.06.06

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Colori liquidi per terzo fuoco

Una gradevole novità per tutti coloro che hanno sempre i minuti contati!

I colori liquidi Hobby Colorobbia sono infatti già pronti all'uso e non necessitano dei lunghi tempi di preparazione richiesti dai colori in polvere.
Sono confezionati sotto forma di un composto cremoso che si può pennellare puro sulla superficie ceramica, quando si voglia ottenere una tonalità intensa, oppure diluito con l'apposito medium, se si desidera una colorazione più trasparente.


Un altro grande vantaggio è che le tonalità sono tutte miscelabili tra loro permettendoci di dipingere in modo spontaneo, senza l'assillo di dover tener conto delle incompatibilità chimiche, e risparmiandoci le delusioni post-cottura se di tale precauzione ci dimentichiamo.


Di natura idrosolubile le tinte della Colorobbia, un'azienda che opera da anni nel campo della decorazione ceramica, facilitano la manutenzione dei pennelli, che si possono semplicemente lavare in acqua, fattore positivo non solo per l'evidente contenimento dei costi ma anche perchè in questo modo potranno dedicarsi alla decorazione ceramica anche i soggetti allergici ai quali sono precluse le metodiche che impiegano i medium tradizionali.


Naturalmente, dopo la fase di decorazione, il procedimento di cottura è analogo a quanto richiesto dalle altre tecniche a terzo fuoco, tenendo presente che le temperature ottimali oscillano tra 690°-750° per la ceramica e 750°-815° per la porcellana: se non cuociamo personalmente il pezzo sarà bene quindi informarne il laboratorio dove lo porteremo.


Sono finiti dunque i tempi delle polveri da miscelare? Chissà... Nell'ambiente della pittura su porcellana, attività di origine antichissima, le novità non sono mai accolte con grande entusiasmo (basti pensare quanto tempo ci ha messo a prender piede anche da noi la pittura ad olio molle!) ma, se davvero questi colori confermano nella pratica tutte le loro potenzialità, non dovrebbero faticare ad affermarsi.


Personalmente sono piuttosto favorevole alle innovazioni, soprattutto se comportano soluzioni che mi facilitino il lavoro, quindi è certo che cercherò il rivenditore più vicino e farò qualche esperimento....poi vi saprò dire! ;-)



APPROFONDIMENTI

I colori liquidi Colorobbia

© Rossana Radaelli-17.01.07

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Modellazione: le due fasi di cottura

Sono quelle che trasformano il fragile manufatto che abbiamo modellato in una vera statuetta di porcellana

Anche se per molti di noi, che non possiedono un forno proprio, cuocere il pezzo significa solo delegare ad altri tale mansione, credo tuttavia che sia opportuno sapere di cosa si stia parlando...non foss'altro che per evitare di mostrarsi del tutto sprovveduti di fronte a chi si farà carico dell'operazione! ;-)


Comunque, tanto che si provveda personalmente alla cottura o che la si affidi a terzi, la prima cosa da tener presente è che l'oggetto non cotto è fragilissimo e va maneggiato con molta delicatezza.
Questo fatto è tanto più determinante se la statuina va portata a cuocere fuori di casa, ricordiamoci dunque di imballarla bene, ricorrendo preferibilmente a contenitori di piccole dimensioni e comunque adeguati alla grandezza del manufatto.


Poichè sarà abbastanza improbabile riuscire a trovare per tutti gli oggetti un recipiente su misura, dovremo cercare di colmare gli spazi tra la statuetta e le pareti del contenitore con un materiale da imbottitura: ideale la gommapiuma recuperata da un vecchio cuscino o, in mancanza di meglio, anche dello Scottex appallottolato.


La prima cottura o biscottatura deve avvenire ad una temperatura di circa 1000° e trasforma il modellato asciutto, di colore grigiastro, in una statuetta di candido biscotto.
Essa è ancora abbastanza fragile e con superficie opaca ma dopo la smaltatura, che affronteremo in un altro intervento, e la seconda cottura a 1250° l'oggetto assumerà finalmente la consistenza solidissima e l'aspetto lucente propri della porcellana.


© Rossana Radaelli-22.02.07

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Spugnetta abrasiva

Ad una prima occhiata sembra una di quelle spugne double face che si usano in cucina per lavare piatti e pentole...

Però, se la guardate meglio, vi accorgete che con l'accessorio per rigovernare ha in comune solo la parte spugnosa, essendo costituita la porzione abrasiva da un sottile strato di tela vetrata a grana finissima.

Essa serve per levigare la superficie della porcellana dopo la cottura in modo da eliminare le piccole asperità dovute ad addensamenti di colore o ad un delineo idrosolubile impastato grossolanamente.

Non è un accessorio indispensabile e può essere tranquillamente sostituita con carta vetrata molto fine perchè, in realtà, il lato spugnoso ha solo la funzione di consentire una comoda impugnatura.

Spugnette abrasive

Scartavetrare l'oggetto dopo l'uscita dal forno è un'operazione richiesta solo in caso di tecniche che prevedano cotture multiple perchè è opportuno che il supporto da ridipingere sia privo d'imperfezioni. Negli altri casi invece è solo una questione di gusti...le minuscole irregolarità di superficie potrebbero anzi costituire un pregio in più, la testimonianza della completa fattura manuale del decoro!

© Rossana Radaelli-19.06.06

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Beatrice Wood: giovane nel cuore

"Le donne sono tutte un po' artiste: hanno il senso dell'incanto"...questa la convinzione di colei che è considerata la musa del Dadaismo americano

Californiana, classe 1893 Beatrice Wood è ritenuta una delle maggiori artiste contemporanee: pittrice, ceramista, attrice teatrale, fotografa, scrittrice... sono molte le strade creative che ha intrapreso, favorita indubbiamente tanto dalla natura che dalla sorte che le hanno concesso una lunga vita: è infatti scomparsa nel 1998 alla venerabile età di 105 anni!


Ma non commettiamo l'errore d'immaginarcela come una tranquilla signora rassegnata all'incedere del tempo: la Wood riesce infatti a sorprenderci, ancora e sempre, con i suoi atteggiamenti anticonformisti già dalla primissima foto che campeggia nella homepage della Fondazione d'arte che porta il suo nome!


Del resto si sa che il movimento Dadaista, che prese origine in Svizzera nel 1916, ad opera di un gruppo di intellettuali europei lì rifugiatisi per sfuggire alla guerra, era nato con l’intento di stupire il pubblico per mezzo di manifestazioni insolite e provocatorie, così da proporre un’arte nuova ed originale. Il nome stesso coniato per identificarlo, il termine "Dada" , non significava nulla, era una parola inventata per sottolineare il rifiuto della razionalità e delle regole imposte all'arte dai clichè della classificazione.


E in quest'ottica va interpretata tutta la contraddittoria esistenza di Beatrice, i suoi eccessi artistici e sentimentali ai quali faceva da contrappeso uno stile di vita intriso di misticismo orientale e inusualmente morigerato, se dobbiamo credere ai suoi biografi che la descrivono come una vegetariana convinta, che non beveva alcolici, non fumava e si concedeva un solo "vizio": il cioccolato!


Per sua stessa ammissione sposò due uomini che non amava e ne amò follemente altri sette che non sposò mai (tra loro il famoso pittore francese Marcel Duchamp, uno dei promotori del manifesto dadaista in America) eppure ebbe a dire che il monte che dominava la vallata nella quale si era trasferita a vivere negli ultimi anni era il solo compagno sul quale si sentiva di poter contare "perchè è là quando vado a letto alla sera ed ancora è là quando mi sveglio la mattina"!


Il suo incontro con la ceramica avvenne in seguito ad un caso fortuito: la necessità di trovare una teiera che si accompagnasse ad un servizio di piatti da dolce, decorati a lustro, riportati da un viaggio in Europa...fu appunto nella sua vana ricerca presso i laboratori dei vasai americani che intuì la possibilità di fabbricarsi in proprio ciò che di conforme al suo gusto non riusciva a trovare...e come avrebbe potuto?! I suoi pezzi sono di una strabiliante attualità ancora oggi, a distanza di oltre settant'anni e non fa meraviglia che sul mercato dell'epoca non si trovasse niente di simile!


Fatto è che a quell'arte scoperta per caso Beatrice dedicò buona parte del suo lavoro negli anni successivi, allineandosi inizialmente allo stile e alla tecnica dei suoi maestri perchè "si deve copiare mentre si sta imparando" e poi, una volta appresi i segreti del tornio e della smaltatura, lanciandosi nelle sue spregiudicate sperimentazioni con lo stesso coraggio e la stessa passione dei quali ha dato prova per tutta la vita.


D'altra parte, come lei stessa affermò in un'intervista rilasciata l'anno prima della morte, "non avrei campato fino a oggi se non avessi trovato ogni giorno un motivo per svegliarmi al mattino con entusiasmo"...


APPROFONDIMENTI

Beatrice Wood Center For The Arts

Una biografia di tre pagine...

La galleria delle opere


© Rossana Radaelli-07.11.06

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Magda-Decori a mano

Cosa può succedere quando un'artista sensibile e preparata decidere di condividere con gli altri la sua esperienza?

Può nascere un laboratorio-scuola dove non si va solo per imparare a dipingere su porcellana ma anche e soprattutto per rapportarsi con un'arte antica che tuttavia ha mantenuto inalterato nel tempo il suo fascino e che qui viene ancora amorevolmente coltivata come il bocciolo di un fiore......quello stesso fiore che sboccia come un emblema sui decori di Magda!

Frequentata da allievi di ogni ordine e condizione, dagli scolari della scuola media inferiore agli studenti degli istituti professionali, dagli ospiti degli agriturismo toscani ai membri di varie associazioni artistiche, la scuola è sede d'insegnamento e d'aggregazione al tempo stesso, un punto d'incontro per persone diverse accomunate dall'identico entusiasmo per la decorazione a terzo fuoco.


Gli insegnanti provengono tutti dai centri di formazione professionale della Regione Toscana e si ispirano alla tradizione classica delle manifatture locali, prima fra tutte la Richard-Ginori, il cui passato glorioso è illustrato in un'apposita sezione del sito, dove potrete trovare informazioni dettagliate e foto d'epoca che raccontano attraverso le immagini le fasi di lavorazione e decorazione delle porcellane di Doccia.


Ampio spazio è dedicato anche alla storia della porcellana nel mondo, con una raccolta d'immagini e notizie provenienti da più fonti bibliografiche, che consiglio di consultare a tutti gli appassionati del settore perchè alcuni dei volumi qui citati non sono più reperibili in commercio.


I corsi sono rivolti a tutti e hanno come unico vincolo la sede, che è Firenze, per il resto vi è ampia libertà di scelta potendo concordare con Magda durata, frequenza e fascia oraria per adattarle alle proprie esigenze.....un'occasione da non perdere, dunque, per chi abita nei pressi del capoluogo toscano, d'imparare quest'arte antica in un ambiente culturalmente molto valido e professionalmente qualificato.


APPROFONDIMENTI

Magda-Decori a mano


© Rossana Radaelli-10.12.05

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Modellazione: la fase di asciugatura

Anche se, in fondo, si tratta solo di un temporaneo periodo d'attesa, è bene sottolinearne finalità e possibili inconvenienti...

La scultura va lasciata asciugare completamente prima della cottura, tenendo presente che potrebbero essere necessari anche molti giorni.
I fattori che influiscono sulla rapidità del processo sono il volume e lo spessore del pezzo (tanto più sono elevati e tanto più lunghi saranno i tempi richiesti per l'asciugatura) e le condizioni ambientali.


Il posto ideale dove porre il lavoro ad asciugare dovrebbe essere fresco, non troppo ventilato e preferibilmente non soggetto a sbalzi di temperatura: una mensola o il ripiano di un mobile possono andar bene, ricordando che cucina e bagno sono da evitare perchè vapore ed umidità possono influire negativamente sull'esito dell'essicatura.


Non fatevi assolutamente tentare, durante i mesi invernali, dall'idea di porre le sculture ad asciugare sul calorifero perchè il più rapido consolidamento degli strati superficiali della statuina impedirebbe la completa evaporazione dell'umidità dagli strati più profondi, con conseguenze imprevedibili in cottura!


Asciugando, l'impasto cambia colore e tende a schiarirsi e questo può essere un buon modo per verificare l'andamento del processo, però non è un indice sicuro, quindi usiamo molta cautela nel muovere la statuina anche quando ci sembra già asciutta.
Prima di portarla a cuocere cerchiamo poi, se la forma lo consente, di cambiarle posizione in modo da far evaporare l'umidità anche dalle zone d'appoggio, che sono le ultime ad essicarsi.


L'importante, ormai penso d'averlo chiarito, è non lasciarsi condizionare dalla premura di vedere il nostro pezzo finito...la fretta, che è notoriamente avversaria di un lavoro accurato, è particolarmente deleteria in questa fase. Meglio rimandare la cottura di qualche giorno che rischiare di perdere tutto, non vi pare?!


© Rossana Radaelli-12.02.07

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Cotton-fioc fai da te

Perchè acquistare ciò che possiamo produrre in proprio facilmente, con poca spesa e con un risultato che è meglio dell'originale?!

Ho già descritto in un precedente articolo l'utilità dei bastoncini cotonati, che servono soprattutto per la pulizia di aree limitate dell'oggetto in porcellana e ai quali si fa solitamente ricorso per correggere errori come sbavature o macchioline di colore.

Ne esistono in commercio vari tipi ma...perchè comperarli se possiamo fabbricarceli da soli con degli stuzzicadenti e qualche batuffolo d'ovatta?

Come fare: 1) Prendiamo uno stuzzicadenti e appoggiamone la punta sul batuffolo d'ovatta 2) Strisciamo la punta dello stuzzicadente sulla superficie dell'ovatta in modo da strapparne qualche filamento 3) Arrotoliamo i filamenti d'ovatta sullo stuzzicadente per compattarli 4) Bagniamo la punta cotonata nel solvente e strizziamola bene con le dita......ecco pronto il nostro utensile netta-macchie!

Il grosso vantaggio di questi bastoncini nei confronti di quelli in commercio è la possibilità di produrli di dimensioni diverse per adattarli alle nostre esigenze:

Bastoncini ovattati

© Rossana Radaelli-16.06.06

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Modelliamo la porcellana

Questa è la vera e propria fase creativa di tutto il procedimento, quella che vede la trasformazione, ad opera delle nostre mani, di un informe massa argillosa in un oggetto ben definito

Questa tappa iniziale è sicuramente la più gratificante ma anche quella più delicata ai fini della riuscita del lavoro perchè, come già detto, è indispensabile attenersi ad alcune norme di tipo strutturale dettate dalla necessità di cuocere il pezzo.

La prima e più importante regola da osservare è quella di formare la statuina mediante l'unione di pezzi piccoli e, se possibile, di spessore sottile perchè gli ammassi pieni e corposi tendono a rompersi in cottura.

Questo non significa affatto che dovremo limitarci a creare oggetti piatti e di ridotte dimensioni ma solo che, nel caso di sculture più grandi, dovremo fare in modo di assottigliarle scavando dall'interno le parti piene e facendo in modo d'incrementare i volumi mediante la sovrapposizione di strati sottili.

E' sconsigliabile invece ricorrere all'uso di anime in filo metallico o impalcature d'altro tipo, anche se provvisorie, perchè potrebbero contrastare la riduzione di volume che avviene durante la fase d'asciugatura causando la rottura della statuina.

Il secondo punto critico della modellazione è legato all'assemblaggio dei pezzi che, se fatto nel modo sbagliato, non tiene durante l'asciugatura e costringe a dei ritocchi che hanno spesso esito incerto!

Per legare insieme le varie parti della scultura in esecuzione ci serve la famosa barbottina, della quale abbiamo già parlato in un articolo precedente e al quale vi rimando per le istruzioni sulla sua preparazione, qui vediamo invece come utilizzarla al meglio. Possiamo tenere la barbottina sul piano di lavoro, nello stesso recipiente entro il quale l'abbiamo preparata: dovrebbe avere consistenza semiliquida, più o meno la stessa di una colla vinilica usata pura, perchè se fosse troppo acquosa non avrebbe sufficiente effetto di coesione ma se fosse troppo densa creerebbe spessore.

Potremo utilizzare la barbottina per attaccare insieme le porzioni della statuina in allestimento proprio come se si trattasse di una colla liquida e, per farlo, ci serviremo di un pennello a setole morbide, magari uno di quelli che abbiamo usato per la decorazione e che si è sciupato con il tempo.

Intingiamo il pennello nella barbottina e spennelliamo un po' di composto sul punto della statuina dove dobbiamo aggiungere il nuovo pezzo e, dopo averlo collocato al suo posto, spennelliamone ancora un poco nella zona di giunzione. Una volta terminata la scultura potremo procedere ad un ulteriore pennellatura di barbottina nei punti di contatto tra i vari pezzi, quindi lasceremo asciugare.

© Rossana Radaelli-01.02.07

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Karla, l'artista itinerante

L'americana Karla Humphrey Pendleton è un esempio, più unico che raro, di decoratrice-girovaga che lavora on the road...

L'immaginario collettivo associa la figura dell'artista viaggiante agli eclettici personaggi del circo che si spostano di paese in paese sui loro carrozzoni...chissà se era questa l'idea che aveva in mente Karla quando ha deciso di caricare pennelli e bagagli su una roulotte per andare a tenere i suo corsi in giro per gli Stati Uniti?!


Fatto sta che sul suo sito, tra le informazioni commerciali, troviamo esattamente specificati anche i requisiti che deve avere la piazzola di parcheggio della sua motorhome completa di traino...e guai a sgarrare perchè se non riuscirà ad accamparsi nel modo più consono si farà risarcire dagli organizzatori del seminario le spese di alloggio in albergo!


A parte questa piccola curiosità, anche la Pendleton ricalca il clichè tipicamente americano della business-woman che abbiamo visto già rappresentato dalla maggior parte delle artiste sue connazionali, quello della decoratrice professionista che diviene imprenditrice di sè stessa e si autopromuove non solo attraverso le opere ma anche attraverso la commercializzazione di prodotti esclusivi.


Un esempio su tutti quello dell'Art-Aide Mixing and Painting Medium una sorta di medium ritardante che dovrebbe rallentare l'asciugatura del colore e facilitarne la stesura nella tecnica one-fire (cioè la tecnica di esecuzione del decoro in una sola cottura) e che somiglia stranamente all'olio molle... ;-)


Per noi, che siamo alla perenne ricerca di spunti ed idee, le pagine più interessanti sono, come sempre, quelle dedicate alla galleria dei lavori perchè non solo vi troviamo ottimi soggetti da copiare ma anche perchè li possiamo vedere ambientati, nel modo migliore e sul pezzo più idoneo, da una decoratrice di grande esperienza.


Karla Pendleton dipinge e personalizza di tutto: vasi, vassoi, piatti, piastre, scatole, placche per gli interruttori della luce, appendini, bottiglie di profumo, dispenser da bagno, orologi e...persino urne funerarie....0_0 con uno stile ordinato e molto pulito, a mezza via tra il decoro tradizionale e le tecniche impressioniste, cosa che ci facilita il compito se intendiamo usare le sue opere come modelli da copiare.


APPROFONDIMENTI

La Homepage del sito

La galleria delle opere

© Rossana Radaelli-28.10.06

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Non c'è solo il terzo fuoco!

I colori per ceramica a freddo e quelli che si fissano nel forno di casa rappresentano delle possibili alternative alla decorazione tradizionale...

...purchè si tenga conto che la loro resa è ben diversa e non ci si aspetti di ottenere lo stesso risultato dei colori in polvere da terzo fuoco, i quali, a seguito della cottura ad alte temperature, reagiscono chimicamente e fisicamente con la cristallina che riveste la ceramica, divenendo tuttuno con essa.


I colori per ceramica a freddo somigliano molto agli acrilici usati per dipingere molti altri materiali, con in più la prerogativa di essere concepiti per "aggrapparsi" meglio alla superficie liscia e scivolosa del nostro particolarissimo supporto.
Il decoro ottenuto è molto delicato perchè si graffia facilmente, quindi va riservato ai soprammobili o comunque a quegli oggetti che non devono subire troppi maneggiamenti.


I colori da fissare nel forno domestico sono più resistenti: dopo la cottura a 160-170° sono garantiti persino al lavaggio in lavastoviglie però, dato che non sopportano altrettanto bene l'usura meccanica e chimica, è sconsigliabile usarli per la decorazione di stoviglie da tavola.


Entrambi i due tipi di colori si presentano solitamente in forma liquida, già pronti all'uso, e in molte tinte di base che possono essere tranquillamente miscelate fra loro ed allungate con acqua o con un medium specifico, a seconda che il prodotto sia o meno idrosolubile.
La disponibilità in commercio è piuttosto ampia: oltre alle marche più famose, che trovate nei link correlati, ne esistono sicuramente altre e la scelta dipenderà dai gusti personali e dalla comodità più che dalla qualità intrinseca del prodotto.


Se non avete ancora incominciato a dipingere su porcellana ma ne siete affascinati, i colori di questo tipo potrebbero essere un modo per testare la materia con un investimento abbastanza contenuto...in caso contrario forse è meglio che lasciate perdere perchè potreste restare abbastanza delusi!


© Rossana Radaelli-06.07.06

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