Marco Polo e le conchiglie

Marco Polo

Pare che sia stato il famoso viaggiatore veneziano a battezzare "porcellana" il pregiato materiale importato dalla Cina...

I cinesi infatti chiamavano Yao il composto ricco di caolino usato per fabbricare il loro rinomato vasellame.....un termine che molto probabilmente non "suonava" bene alle orecchie degli europei d'epoca medievale!


A quel tempo i pochi occidentali che osavano avventurarsi nelle lontane regioni orientali usavano il nome "porcellana" riferito ad una conchiglia tigrata, piuttosto rara e dunque preziosa, impiegata come moneta di scambio.
Tale termine si estese poi ad indicare anche gli oggetti in madreperla originati dalla sua lavorazione.


Scrive Marco Polo ne Il Milione: "Qui si truova oro asai; la moneta minuta è di porcellane, e così tutte queste province, come Bangala e Cagigu ed Aniu, espendono oro e porcellane."


Sicuramente fu l'aspetto dei prodotti ceramici cinesi, bianco e translucido come madreperla, ad indurre ad adottare tale definizione ma è verosimile che anche i concetti di unicità e valore insiti nella parola contribuirono rapidamente alla sua diffusione.


© Rossana Radaelli-15.05.06

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Quali colori mi servono veramente?


Resistiamo alla tentazione di acquistare tutte le tinte che ci piacciono: meglio un assortimento di base limitato ai colori che useremo di più

Spesso si acquistano i colori spinti dall'impulso del momento, senza domandarsi in quale occasione li si potrà usare (e spesso si finisce per non usarli affatto!). Ricordo che, al tempo dei miei esordi nel mondo della porcellana, acquistai varie tonalità di rosa perchè quel colore mi piaceva.......beh, avevo poco più di vent'anni e un animo romantico!
Poi mi accorsi che mi mancava il bruno e che non potevo nemmeno iniziare a fare il delineo.....cose che succedono quando non si pianifica una selezione razionale!

Certo sarebbe bello potersi permettere di scegliere tra tante tonalità, e non si correrebbe il rischio di errori di miscelazione dovuti ad incompatibilità chimica ...sarebbe bello ma anche molto dispendioso!
Senza contare che, nelle tecniche moderne, nelle quali s'impiegano dei medium atti a ritardarne l'asciugatura, i colori dentro vengono conservati in contenitori chiusi entro i quali più di tanto non si può far entrare.

Limitiamo dunque l'acquisto a quei colori che più spesso entrano in gioco nella pittura classica a tema floreale o paesaggistico.
Direi che l'assortimento ideale deve comprendere:

  • Due tonalità di giallo
  • Due tonalità di rosso
  • Un arancione (che non può essere ottenuto in mescolanza)
  • Due tonalità di rosa-viola
  • Due tonalità di azzurro-blu
  • Due tonalità di verde
  • Il neroe il bruno


© Rossana Radaelli-30.07.05

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Celia Shute: practice, practice, practice...

Celia Shute

Esercizio, esercizio, esercizio: con una sola parola, seppure ripetuta, racconta il periodo del suo apprendistato Celia Shute, l'artista inglese decoratrice ed insegnante di fama internazionale

Nella prefazione al suo libro, The Magic of China Painting, Celia scherza sull'indole di quelli che, come lei, appartengono al segno zodiacale dei Gemelli per giustificarsi d'aver intrapreso -e mai portato a termine!- molteplici attività artistiche, prima del suo "fatale" incontro con la pittura su porcellana.

Anche in tale occasione, ricorda Celia, il marito ed i due figli adolescenti erano convinti che si sarebbe trattato di una passione di breve durata, come tutte quelle che l'avevano preceduta. Lei però era di parere diverso e, visto che il Natale era prossimo, fece capire ai suoi familiari che un forno da ceramica sarebbe stata un'idea regalo molto apprezzata.....il suo desiderio fu esaudito ed una brillante carriera ebbe inizio!


A quel tempo, sul finire degli anni '70, la tecnica di decorazione in uso in Inghilterra era quella tradizionale a base di essenza grassa, trementina e pennelli a punta tonda. Tuttavia la maestra di Celia, Flo Wood, amava le innovazioni e l'allieva fu resa partecipe delle sperimentazioni con il balsamo di copaiva e i pennelli a punta quadra, che allora erano ancora difficili da reperire in commercio.


A poco a poco l'allieva acquisì sempre maggior abilità sino a trasformarsi, essa stessa, in una maestra: la grande casa di Westfield House, nel West Yorkshire, accolse i primi "studenti", tutti amici o conoscenti attratti dalla voce che si era spara sulla bravura di Celia e sulla bellezza dei suoi lavori. Era solo il principio di un'avventura che prosegue tuttora: Westfield House è diventata una vera e propria scuola d'arte, dove tutto l'anno si tengono corsi sulle più svariate tecniche decorative, e la cui fama ha oltrepassato i confini del Regno Unito arrivando ad interessare gli appassionati di tre continenti diversi!


Proprio per tenere le fila dei contatti che Celia, partecipando alle varie "convention" internazionali, aveva instaurato in tutto il mondo, si sentì l'esigenza della pubblicazione di un bollettino di news che tenesse aggiornati tutti coloro che erano interessati alle attività dell'artista e della sua scuola: quel fascicoletto di poche pagine era il primo abbozzo di ciò che, nel 1984, sarebbe diventato The British Porcelain Artist Magazine, la rivista che ormai tutti conosciamo.


Nonostante la fama ed il successo conquistati, Celia Shute non dorme sugli allori: nella sua grande casa-scuola immersa nella campagna inglese continua a dipingere, ad insegnare e a realizzare decori personalizzati per tutti coloro che glieli chiedono.....ancora esercizio, esercizio, esercizio!


APPROFONDIMENTI

I libri di Celia Shute

Ritratti di animali

The British Porcelain Artist Magazine

© Rossana Radaelli-13.10.05

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Porcellana fai-da-te

Le rose di Sonie Ames

Nonostante il mercato ci offra una vasta scelta di pezzi in porcellana bianca da decorare potrebbe essere interessante imparare a fabbricarseli in proprio...

E' vero che ormai si trovano facilmente in commercio oggetti dalle forme più varie ed originali, però si tratta sempre di articoli standardizzati che non sempre rispondono appieno alle nostre esigenze.....e poi non sottovalutiamo la gratificazione di dipingere un pezzo fatto interamente con le nostre mani!


Modellare la porcellana non è un'impresa difficile...certo è impensabile di riuscire a realizzare subito delle opere di alta scultura, ma se ci accontentiamo dell'aspetto formale, tenero e un po' naif delle statuine fatte in casa, come potrebbero essere quelle ottenute con la pasta al sale, allora ne ricaveremo davvero grandi soddisfazioni!


Se avete già avuto esperienze nel campo della manipolazione "domestica", vi accorgerete che dal punto di vista artistico non vi sono grosse differenze di lavorazione, cambiano semmai l'approcio tecnico (che deve tener conto di alcuni fattori distintivi molto importanti) ed il risultato perchè al di là delle forme comuni sono peculiari l'aspetto materico e la consistenza del composto.


Inutile aggiungere che la porcellana non è soggetta ad usura e garantisce la durata illimitata dell'opera perchè, contrariamente alla pasta di sale e prodotti similari, dopo la cottura teme soltanto le cadute!


Un discorso a parte meritano le considerazioni di tipo economico: è intuitivo che un impasto ceramico prodotto industrialmente venga a costare ben più di un composto realizzato in casa con semplici ingredienti da cucina e se a ciò si aggiunge il costo delle indispensabili cotture presso terzi è evidente che, prima d'imbarcarsi nell'impresa manipolatoria, sarebbe opportuno valutarne la spesa!


Per coloro che, nonostante questo fattore deterrente, sono comunque decisi a provare ho pensato ad inaugurare questa nuova sezione dove, con un mini-corso in poche lezioni potrete apprendere i rudimenti dell'arte di modellare la porcellana: da parte mia vi offro un po' di nozioni tecniche e qualche consiglio pratico, voi metteteci la vostra fantasia e....stiamo a vedere che ne verrà fuori!


© Rossana Radaelli-26.10.06

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Sonie Ames, "The Rose Lady"

Le rose di Sonie Ames

La signora delle rose in square shaders ha iniziato a dipingere su porcellana a cinquant'anni, segno che non è mai troppo tardi per intraprendere un'attività artistica....

Così come è accaduto a me anche l'americana Sonie Ames, una delle maggiori esponenti contemporanee della pittura su porcellana e sicuramente la più rappresentativa della tecnica square shaders, ha iniziato la sua carriera artistica quasi per caso e.............beh, mi rincresce dirlo ma le analogie finiscono qui!

Figlia di umili agricoltori Sonie cominciò presto a lavorare nelle filande del suo paese, lo Utah, si sposò giovanissima e trascorse decenni dividendo le sue energie tra lavoro, carriera, famiglia e faccende domestiche... Non fa meraviglia che alle soglie dei cinquantanni si trovasse sull'orlo di un bell'esaurimento nervoso!
Il medico le prescrisse maggior attività fisica (che tanto male non fa!) e le consigliò di dedicarsi un po' meno agli altri e po' di più a se stessa, scegliendo di fare qualcosa che le piacesse veramente.

Se dobbiamo credere alla sua biografia ufficiale, Sonie, per mettere in pratica l'invito a fare più moto, decise di tornare a casa a piedi dallo studio del medico e, camminando, s'imbattè nella vetrina di un negozio dove erano esposte delle piastre in porcellana dipinte a mano che attirarono la sua attenzione: entrò a chiedere informazioni e, d'impulso, s'iscrisse a uno dei corsi che il negoziante le propose......
I risultati li possiamo ammirare nelle pagine del suo sito ufficiale: è in inglese ma credo che le immagini non abbiano bisogno di commenti!

Sonie Ames dipinge con tecnica a cotture multiple, chiamata square shaders perchè si avvale di pennelli a punta quadra, nella quale il colore viene steso in velature leggere e in fasi successive, ad ognuna delle quali si fa seguire un'infornata del pezzo.


© Rossana Radaelli-23.07.05

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