La scatola portacolori

Un accessorio la cui utilità è condizionata -e non di poco!- dal tipo di tecnica impiegata...

Non serve a niente nelle tecniche tradizionali, dove il colore è preparato al momento del bisogno, ma è indispensabile nelle tecniche che fanno uso dell'olio molle perchè l'intera tavolozza necessaria al decoro può essere approntata con abbondante anticipo e sorge il problema di conservare al meglio i colori già impastati.


Occorre precisare che la polvere da terzo fuoco mescolata con l'olio molle non asciuga praticamente mai (neppure a distanza di mesi!) ma ha l'antipatico vezzo di attirare e far appiccicare su di sè qualsiasi pelucco che le transiti nei pressi!
Quindi lo scopo della scatola non è, come qualcuno crede, quello di impedire che i colori si secchino, bensì quello di proteggerli dalla polvere ambientale.


In commercio troverete scatole portacolori di porcellana sagomata, comode per mantenere i colori ben separati l'uno dall'altro, e scatole di metallo con all'interno una lastra di vetro, sulla quale è anche possibile impastare direttamente il colore: la scelta dipende solo dalle preferenze individuali.


Scatole portacolori in porcellana


Come tanti altri accessori che abbiamo già preso in esame, anche la scatola portacolori può essere rimpiazzata da qualcosa che probabilmente avete già in casa: un qualunque contenitore provvisto di coperchio è adatto allo scopo, purchè ci sia abbastanza spazio per contenere una piastrella o una lastrina di vetro sulla quale appoggiare i colori.


So che alcune amiche si trovano comode con i recipienti in plastica che di solito si usano per conservare gli alimenti in frigorifero ma a me sembrano sprecati perchè la loro azione "isolante" in questo caso è superflua....pensate che, prima di stabilire che l'olio molle mi piaceva e decidermi all'acquisto di una scatola "seria" io sono andata avanti un paio d'anni con una piastrella tenuta in una scatola da pizza (ed era pure usata!) ;-)


© Rossana Radaelli-31.08.06

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Daisy Muff: amore per i dettagli

La cura dei particolari è una delle principali caratteristiche stilistiche di quest'artista, svizzera di nascita ma americana d'adozione

Nell'intervista che appare su una delle pagine interne del suo sito Daisy Muff confessa che la cosa che più le piace della decorazione su porcellana è la meticolosa attenzione per i dettagli che tale arte comporta e alla quale ella atribuisce persino un valore spirituale.
Pare infatti che un sacerdote le abbia detto un giorno che Dio è nei dettagli così che la pittrice ritiene da allora di poter contribuire alla gloria di Dio attraverso il suo lavoro!


Nata a Basilea ma trasferitasi giovanissima, insieme alla famiglia, negli Stati Uniti dove vive ormai da quasi quarant'anni, Daisy non si è mai uniformata allo stile di pittura impressionistico tipico della scuola americana, restando fedele ai modelli delle porcellane di Nyon, un paesino sul lago di Ginevra, dove alla fine del XVIII secolo fu fondata la prima manifattura svizzera.


Le fotografie dei suoi lavori sembrano rubate ad un libro di storia dell'arte, dal capitolo sulla manifattura di Meissen: perchè se è vero che Daisy attribuisce alle porcellane di Nyon la funzione di modello d'ispirazione è evidente che la produzione svizzera, a sua volta, si adeguò ai dettami di stile imposti dalla famosa fabbrica tedesca, vero punto di riferimento per tutte le manifatture europee sorte successivamente.


Questo sito piacerà soprattutto agli estimatori delle tecniche classiche ma credo che da tutti saranno apprezzati l'eleganza dell'impaginazione e la meticolosità con la quale ogni pezzo esposto è classificato....un ottimo esempio, insomma, della proverbiale precisione elvetica! ;-)


APPROFONDIMENTI

Il sito di Daisy Muff


© Rossana Radaelli-11.01.07

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Ceramica sonora...

Forse non tutti sanno che i materiali ceramici sono utilizzati anche per fabbricare strumenti musicali!

I composti ceramici e i loro derivati sono impiegati in vari settori produttivi, sia artigianali che industriali: dalle stoviglie per la tavola ai sanitari per il bagno, dagli isolanti elettrici ai rivestimenti murali, dalle sculture artistiche ai vasi da fiori....chi volesse provare a stilare un elenco completo avrebbe il suo bel da fare!


Non desta dunque meraviglia apprendere che esistono, praticamente da sempre, anche oggetti ceramici in grado di produrre musica: sono le famose ocarine di terracotta che, forse senza nemmeno averle viste in all'opera, tutti abbiamo sicuramente sentito nominare.
Semmai la meraviglia nasce dalla scoperta di quali e quante varietà ci siano di tali strumenti, al punto da invogliare i collezionisti alla loro raccolta e catalogazione!


Scopriamo così che esistono ocarine provenienti da quasi tutti i paesi del modo, di forme diverse e variamente decorate: un universo di piccoli oggetti sfiziosi, spesso acquistati come souvenir di viaggio, colorati, divertenti, stravaganti e così apparentemente futili da farci scordare che sono in grado di produrre della vera musica.


Esiste addirittura un gruppo musicale, in Italia, composto da sole ocarine: è il Gruppo Ocarinistico di Budrio, la cittadina in provincia di Bologna che ha dato i natali a Giuseppe Donati, colui che è considerato l'inventore dell'ocarina moderna, evoluzione delle primitive ocarine popolari, poco più che rudimentali fischietti a forma di oca (da qui il nome!) vendute nelle fiere di paese.


L'ocarina di Budrio è uno strumento musicale a fiato, appartenente alla famiglia dei flauti, che ha forma ovoidale allungata ed è dotato di una serie di fori che, opportunamente coperti con le dita, permettono di ottenere una scala tonale piuttosto ampia: i componenti del Gruppo Ocarinistico Budriese hanno infatti in repertorio pezzi di musica classica ed operistica.....Insomma se il cristallo canta la ceramica suona! :-)


© Rossana Radaelli-26.03.07

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Il manico del pennello

Un'impugnatura salda e confortevole è un requisito indispensabile per dipingere senza fatica...

...teniamolo presente quando ci accingiamo ad acquistare un nuovo pennello!
Ciò non significa che dovremmo scegliere il pennello in base al manico ma solo che sarebbe meglio conoscerne le possibili varianti per compiere una valutazione ragionata.


Un primo elemento di differenziazione è sicuramente il materiale del quale è costituito il manico, di solito legno o plastica. Sul piano della resa questo fattore dovrebbe essere ininfluente ma è opportuno fare un'osservazione: spesso il legno, materiale più pregiato, viene anche abbinato a pelo di migliore qualità!


Naturalmente non è una regola generale, anzi negli ultimi tempi sono apparsi sul mercato pennelli per belle arti con il manico in materiale plastico semi-trasparente e antiscivolo che, oltre a rendere più comoda la presa, sembrano pezzi di design:


Pennello con manico antiscivolo


Un'altra caratteristica distintiva del manico è legata alle sue dimensioni e, dando per scontato che lo spessore dell'impugnatura è solitamente proporzionato al volume del pelo, è essenzialmente la lunghezza che ne determina le diverse possibilità d'uso: i pennelli a manico lungo sono infatti riservati a quelle tecniche nelle quali il decoratore si trova a lavorare ad una certa distanza da un supporto con superficie estesa, come avviene, ad esempio nella pittura a cavalletto o nell'affresco murale:


Pennello a manico lungo


I pennelli a manico medio (non più di 15 cm.) sono invece quelli più comunemente impiegati nella pittura "da tavolo" com'è appunto la pittura su porcellana. In questo caso il supporto da decorare è più piccolo e, tenuto in mano o appoggiato, è comunque sempre vicino al decoratore:


Pennelli a manico medio


Esistono poi pennelli dal manico molto corto, che si usano picchiettandoli sulla superficie da decorare, e che trovano impiego in tecniche particolari come lo stencilling, lo stamping e il tamponato:


Pennello da stencil


E, per finire, una considerazione: quando un gruppo di persone che lavorano insieme non producono i risultati sperati, si sente spesso dire, alludendo alle scarse capacità del loro capo, che...il difetto sta nel manico.....allora è proprio vero che è il manico il responsabile del buon funzionamento di tutto l'attrezzo! ;-)


© Rossana Radaelli-11.06.08

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I lustri metallici

Sono colori speciali che permettono di ottenere riflessi iridescenti sulla porcellana

I lustri metallici sono stati "scoperti" dai ceramisti in tempi relativamente recenti e trovano la loro principale applicazione nella Tecnica Scandinava, metodica moderna per eccellenza. Tuttavia rappresentano, a mio avviso, una ragionevole ed economica alternativa all'oro e ad altri metalli preziosi consentendoci di ottenere effetti luminosi che possono ravvivare anche i decori eseguiti con le tecniche tradizionali.


Composti a base metallica, come buona parte dei colori da terzo fuoco, i lustri si presentano pronti all'uso perchè il pigmento è disciolto in uno speciale medium. Lo svantaggio della forma liquida è però la tendenza all'evaporazione che, se non viene adeguatamente contrastata con contenitori di piccole dimensioni e a tenuta ermetica, causa la rapida essicazione del prodotto.


I lustri si applicano a pennello, tirando bene il colore in uno strato sottile perchè una stesura disomogenea e grossolana potrebbe provocare la comparsa di macchie dopo la cottura.
Eventuali sbavature si possono invece correggere con la gomma per oro oppure utilizzando un cotton-fioc imbevuto di antiruggine.


Le tinte disponibili sono molte e generalmente non miscelabili fra loro; per ottenere tinte più chiare è comunque possibile allungare il lustro con l'apposito diluente per lustri, che servirà anche per la pulizia dei pennelli.
E' poi da tener presente l'incompatibilità chimica dei lustri con i normali colori da terzo fuoco, che costringe all'adozione di cotture separate qualora il decoro preveda l'uso di entrambi i materiali.


Come l'oro e gli altri metalli liquidi, anche i lustri sono piuttosto delicati e richiedono temperature di cottura più basse rispetto a quelle impiegate per le polveri, sotto gli 800°, in forni provvisti di sfiatatoio per l'ottimale evaporazione della componente liquida.


© Rossana Radaelli-28.04.07

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Nozioni di pronto soccorso

Ceramica e porcellana sono materiali fragili e spesso le nostre opere restano vittime di incidenti che ci sembrano irreparabili, ma...

Il vaso che abbiamo dipinto con tanto impegno si è sbeccato? Una tazzina del servizio da caffè ha perso il manico? Un piatto di ceramica ha delle macchie che non riusciamo a togliere?
Niente panico: a tutto c'è rimedio!


Senza entrare nel campo del restauro specializzato, che esula dai fini di questa guida e sul quale sono stati già scritti interi volumi, vediamo come si possono affrontare gli infortuni più comuni nei quali possono incappare gli oggetti che abbiamo decorato...ho trovato per voi alcuni articoli davvero interessanti:


Come togliere le macchie dalle vecchie ceramiche


Come eliminare le sbeccature


Come rimediare alle rotture nette


Come riparare crepe e fenditure


Credo che bastino per cominciare: approfondiremo l'argomento del restauro in futuri interventi!


© Rossana Radaelli-15.07.06

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