Le meraviglie di Esther Batista Da Silva

La carioca Esther Batista Da Silva è una delle più significative esponenti, a livello internazionale, della tecnica dell'olio molle

Sebbene nata in Svizzera, Esther risiede in Brasile dall'età di tre anni ed è in questo paese, ricco di umori e contraddizioni, che si è formata artisticamente, assimilando e facendo sua la vivida immediatezza della tecnica impressionista, così ben interpretata dalla scuola brasiliana.


I suoi temi preferiti sono quelli naturalistici: fiori, frutta, paesaggi, uccellini, farfalle.....e sono proprio le tavole di carattere botanico, usate come modelli nei laboratori ceramici, che hanno contribuito a renderla famosa in tutto il mondo.


Le tavole floreali, commercializzate anche singolarmente, vengono periodicamente raccolte in libri, in una serie intitolata Maravilhas da pintura em porcelana: per ora Esther è arrivata alla pubblicazione del dodicesimo volume ma è molto probabile -e tutti ce lo auguriamo!- che esso abbia presto un seguito.


Sul sito trovate alcuni esempi di questi decori impressionisti....certo la qualità delle fotografie lascia un po' a desiderare, soprattutto gli ingrandimenti appaiono un po' sgranati, ma sono comunque un passo avanti: sino a qualche mese fa queste pagine erano solo un lungo elenco -testuale!- di nomi di prodotti e di accessori: come molte altre sue colleghe che vivono degli introiti della propria arte, anche Esther Batista Da Silva non era certo disposta a regalarci ciò che poteva farci pagare!
Probabilmente la concorrenza delle artiste americane, che in quanto a senso degli affari non sono seconde a nessuno, le ha dimostrato che per attirare visitatori (e quindi potenziali clienti!) qualcosa si deve pur mostrare...


Godetevi allora, prima che Esther ci ripensi, la visita alla galleria delle sue Maravilhas da pintura em porcelana e, se siete in cerca di curiosità, date un'occhiata anche alla pagina dei colori pronti: sono colori già impastati con olio molle e confezionati in tubetti del tutto simili a quelli delle tempere o degli acrilici... So già che i puristi dell'arte del terzo fuoco storceranno il naso però, diciamocelo pure: se davvero funzionanassero sarebbero una bella comodità! ;-)


APPROFONDIMENTI

L'atelier di Esther Batista

Galleria delle opere

Tutti i libri pubblicati

I colori pronti


© Rossana Radaelli-28.06.06

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Il riporto del disegno

Dopo aver eseguito la copia del disegno, vediamo come trasferirlo dalla carta alla superficie della porcellana

Esistono vari metodi per eseguire il riporto del disegno: il metodo che si avvale dell'ausilio dei medium, il metodo a secco e quello con carta copiativa. La scelta dell'uno o dell'altro dipende per lo più dalla tecnica di pittura che s'intende utilizzare. Qui prendiamo in esame il primo, gli altri li conosceremo in articoli successivi.

Il riporto del disegno con l'ausilio dei medium

Materiale necessario
-Il modello su carta da lucido
-La matita vetrografica e la spatola a coltello
-Nastro adesivo di carta
-Essenza grassa, essenza di trementina, alcool e uno straccetto


Metodo
1)
Ripassiamo il disegno sul rovescio con la matita vetrografica: se abbiamo usato un pennarello blu sarà più facile accorgersi se abbiamo ricalcato completamente il disegno con la matita nera.
2)
Puliamo con alcool l'oggetto da decorare, appoggiamoci sopra una goccia di essenza grassa e distribuiamola su tutta la superficie del riporto con uno straccetto imbevuto di essenza di trementina. Lasciamo asciugare bene.
3)
Appoggiamo il modello sull'oggetto in modo che la parte disegnata a matita resti a contatto della superficie ceramica, quindi fissiamolo in posizione con il nastro adesivo.
4)
Afferriamo la spatola dalla parte della lama metallica e con il manico di legno strofiniamo energicamente sulla carta da lucido, lungo tutto il contorno del disegno.
5)
Togliamo l'adesivo, solleviamo la carta e.....vediamo che il disegno si è "stampato" sulla porcellana!

© Rossana Radaelli-30.03.06

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Il pennarello

Anche se è un accessorio indispensabile per la copia del modello non ha niente di speciale: è un comunissimo strumento di scrittura e disegno che probabilmente avete già in casa!

E in caso contrario non sarà comunque difficile procurarsene uno: lo troverete in cartoleria o nei grandi magazzini a poco prezzo. Della sua utilità si è già parlato negli articoli dedicati alla copia del disegno, ai quali vi rimando per l'approfondimento, qui spendiamo solo poche parole per definirne le caratteristiche indispensabili: punta fine, inchiostro che asciuga rapidamente e colore blu:

Pennarello blu

Teoricamente oltre che per la copia del disegno lo si potrebbe usare anche per disegnare direttamente sulla porcellana perchè il suo tratto sottile, pulito e continuo, vi aderisce perfettamente ed in più presenta il vantaggio di scomparire durante la cottura. Tuttavia il disegno così ottenuto è molto delicato e si altera anche se viene appena sfiorato con la punta del pennello, provocando sbavature e macchie che, se pure non risultano permanenti, possono però trarci in inganno durante la stesura del colore.

© Rossana Radaelli-02.05.06

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Consigli per un buon ricalco

Non ci sono regole precise per un buon ricalco ma solo qualche piccolo accorgimento da seguire...

Quando si esegue il ricalco occorre tener conto soprattutto del fine ultimo:
-se si tratta di uno schizzo per un decoro impressionista si potranno copiare i tratti salienti del disegno di partenza, sfrondando il superfluo
-se al contrario ciò che vogliamo ottenere è la riproduzione a pennino di un elaborato fregio in stile Liberty dovremo ovviamente prestare molta cura nella copia di tutti i particolari.

Stiamo poi bene attenti, durante la copia, a non appoggiare le dita sul ricalco: il pennarello asciuga infatti molto lentamente sulla carta da lucido e rischieremmo delle sbavature!


Per controllare che il disegno si adatti al pezzo in porcellana possiamo, ogni tanto, interrompere il ricalco ed appoggiare la carta da lucido sull'oggetto (ecco spiegato perchè è preferibile ritagliare la carta nella forma giusta!).


Un'ultima considerazione riguarda le dimensioni del disegno: può infatti capitare che il modello di partenza sia troppo grande o troppo piccolo e che occorra quindi adattarne la misura. In questo caso ci vengono in aiuto le fotocopie ma, se non abbiamo a disposizione, una fotocopiatrice possiamo sempre ricorrere all'antico ma pur sempre valido metodo della quadrettatura.


© Rossana Radaelli-01.04.06

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Espediente.....rinascimentale

Se dobbiamo copiare un disegno che è troppo grande o troppo piccolo e non abbiamo a disposizione una fotocopiatrice, come possiamo fare per adattarlo all'oggetto da decorare?

In questo caso ci viene in aiuto un metodo già in uso presso le botteghe dei pittori rinascimentali e il cui principio di funzionamento è molto semplice: si tratta di suddividere con una quadrettatura il disegno originale e il foglio sul quale dobbiamo riprodurlo in uno stesso numero di quadretti e poi copiare, in ogni quadretto sul foglio, il contenuto del corrispondente quadretto sull'originale.


Per facilitare l'individuazione di ogni quadratino possiamo assegnare un numero progressivo alle righe e una lettera in ordine alfabetico alle colonne.....esattamente come si fa per giocare a battaglia navale!


Variando la misura del lato di ogni quadretto sul foglio potremo ottenere copie più grandi o più piccole (e volendo anche uguali!) del disegno originale, come mostra la tabellina qui sotto, dove sono messe a confronto le misure dei rispettivi lati:


Lato quadratino
nel modello

Lato quadratino
nella copia

Risultato

1

1

Non cambia la misura

1

2

La copia è il doppio dell'originale

1

0,5

La copia è la metà dell'originale


In questo modo potrete variare a piacere le misure della copia senza che il disegno si deformi....molto utile, vero?!


Se pensate di ricorrere spesso a questo sistema vi conviene prepararvi la squadratura già fatta su fogli di acetato trasparente che al momento del bisogno appoggerete sul modello da copiare: otterrete così il duplice vantaggio di risparmiare tempo e di non rovinare l'originale scrivendoci sopra.


© Rossana Radaelli-03.04.06

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La copia del disegno


Tutti gli accorgimenti e gli strumenti necessari per trasformare un qualsiasi disegno in un modello per porcellana....

Avete già scelto il disegno da riprodurre? Se siete ancora incerti potrete cercare spunti in un intervento precedente, che trovate qui sotto negli approfondimenti.
Se invece avete ormai le idee chiare possiamo proseguire....


Prima di tutto un consiglio: non disegnate direttamente sulla porcellana! Anche se siete molto bravi nel disegno a mano libera è preferibile fare uno schizzo preparatorio su carta per alcuni buoni motivi:

-La matita vetrografica aderisce a fatica sulla superficie della porcellana e la sua resa non è la stessa degli altri supporti ai quali siete abituati (è vero che si potrebbe usare un pennarello ma il disegno così ottenuto è molto delicato e si rovina facilmente).
-Si può modificare l'immagine originale, semplificandola e sfrondandola dei particolari non strettamente necessari.
-E' possibile riprodurre lo stesso decoro su svariati oggetti e ciò si rivela molto utile nel caso della decorazione di servizi di piatti o di set di coordinati.
-I modelli su carta, se tenuti in un apposito archivio, possono essere conservati e riutilizzati anche a distanza di tempo.


Materiale necessario
-Carta da lucido, cioè quella carta semitrasparente, venduta in fogli singoli o confezionata in album, reperibile in cartoleria, in colorificio e nel reparto cancelleria dei supermercati.
-Pennarello indelebile a punta sottile preferibilmente di colore blu (vi spiegherò poi il perchè...)


Metodo
1) Prendiamo il foglio di carta da lucido e ritagliamone una porzione di misura e forma analoghe alla zona da decorare. L'esempio più semplice potrebbe essere quello di un piatto rotondo: in tal caso dobbiamo ritagliare un cerchio di diametro uguale a quello del piatto.
2) Appoggiamo la carta così ritagliata sul disegno da copiare e ricalcalchiamolo con il pennarello. Tutto qui!


APPROFONDIMENTI

Cosa posso dipingere?


© Rossana Radaelli-11.03.06

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Disegnare su porcellana

Anche se spesso si nota l'impiego del disegno solo nelle tecniche a pennino, quasi tutti i dipinti hanno alla base almeno uno schizzo preparatorio di ciò che s'intende realizzare....

E' un buon motivo per dedicare un po' di attenzione a questo argomento, spesso sottovalutato da chi si accinge ad intraprendere l'hobby della pittura su porcellana ed è ansioso di prendere in mano i pennelli!

Nelle metodiche a pennino il disegno ben delineato è il protagonista indiscusso del lavoro e quindi va eseguito con la massima cura e precisione però tenete presente che anche nelle tecniche impressioniste, apparentemente così spontanee, il pittore traccia un abbozzo dell'insieme che gli servirà come guida durante la stesura del colore.


Nelle tecniche classiche, che fanno capo alla scuola di Meissen o di Limoges, il disegno può servire a delimitare la distribuzione "geometrica" del decoro e a definirne la struttura.


Persino nella decorazione delle maioliche tradizionali di Deruta, di aspetto rustico e ornate con piccoli motivi pennellati, è sconsigliabile tralasciare questa fase progettuale....a meno di non essere provetti artigiani che eseguono da anni lo stesso tipo di fregio!


Sperando di avervi fornito motivazioni sufficienti da invogliarvi all'apprendimento di tutto ciò che riguarda il disegno su porcellana, vi invito ad approfondirne la conoscenza attraverso gli interventi successivi.


© Rossana Radaelli-10.03.06

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Colori in godet

Sembrano acquerelli, si usano come acquerelli ma non sono acquerelli.....sono i colori a terzo fuoco in godet!

Sono confezionati in panetti colorati, tondi o rettangolari, contenuti all'interno di vaschettine di plastica: ad una prima occhiata sono praticamente indistinguibili dai comuni colori solidi che si usano per l'acquerello ma...non bisogna lasciarsi trarre in inganno perchè si tratta di veri e propri colori per terzo fuoco!

Colori da terzo fuoco in godet

Anche il metodo d'impiego è similare a quello per i colori ad acquerello: si intinge il pennello nell'acqua (sì avete capito bene: proprio l'acqua di rubinetto!), lo si strofina sul cubetto di colore per stemperare la tinta, quindi lo si applica sul supporto ceramico. Dopo la completa asciugatura si fa cuocere nei consueti forni per terzo fuoco a temperature non inferiori a 700°.

Data la tendenza ad asciugare rapidamente il pigmento in godet si presta meglio all'uso nelle metodiche tradizionali: per le tecniche a pennellata deve avere consistenza pastosa, nelle tecniche a tamponato conviene invece allungarlo di più, preferibilmente trasferendolo su una tavolozza o su un piattino.

Un'ultima considerazione riguarda la tossicità: contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la miscelazione con acqua non mette al riparo da rischi perchè la composizione chimica della tinta è analoga a quella degli altri colori per ceramica, contenendo metalli potenzialmente nocivi. Con i colori in godet però è ridotto il pericolo d'inalazione accidentale e ciò, se si somma al fatto che sono inodori, li rende più facilmente tollerati dai soggetti allergici.

© Rossana Radaelli-22.11.05

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L'impasto del colore nelle tecniche tradizionali

Un colore preparato male può arrivare a compromettere la riuscita del decoro...mettiamo molta cura, dunque, nell'effettuare questa operazione!

Una delle maggiori difficoltà che deve affrontare chi si accosta alla pittura su porcellana, soprattutto se proviene da esperienze artistiche in altri settori, è quella di adattarsi al fai da te nella preparazione dei colori. Sono stati scritti molti libri sull'argomento e si possono frequentare i corsi pratici tenuti da bravi artigiani però..... un dato è certo: bisogna rassegnarsi all'evidenza che il dosaggio di polveri e medium è sempre e comunque fatto ad occhio ed occorre un po' d'esperienza per imparare a farlo bene! Avete presente l'oscura sigla q.b. (usata come abbreviazione di quanto basta) che tanto spesso s'incontra leggendo le ricette di cucina? Ebbene la ritroverete altrettanto di frequente sulle pagine di questa guida... ;-)

Vediamo innanzitutto i materiali necessari:
- colori in polvere da terzo fuoco
- essenza grassa
- essenza di lavanda
- essenza di trementina
- una piastrella bianca ed una spatola

Ed ora il procedimento:

1) Con la spatola prelevate il colore in polvere dal contenitore e ponetelo sulla piastrella....la quantità? Naturalmente q.b. all'esecuzione del decoro (vi avevo avvertito!). Scherzi a parte, è evidente che questo parametro è del tutto opinabile anche se, come regola generale, è meglio preparare poco colore per volta perchè ha la tendenza ad asciugarsi in fretta.

2) Sempre con l'aiuto della spatola suddividete il colore in due mucchietti delle stesse dimensioni

3) Prelevate dal flacone l'essenza grassa e posatela sulla piastrella accanto al colore (alcuni flaconi sono provvisti di dosatore, in caso contrario usate ancora la spatola). La quantità di essenza grassa dev'essere equivalente a quella di un solo mucchietto di colore

4) Impastate il colore, muovendo la spatola sia in senso circolare che dall'alto verso il basso, cercando di schiacciare tutti i grumi di polvere

5) Aggiungete alcune gocce di trementina per fluidificare il colore: la quantità dipende, in questo caso, dal tipo di decoro da eseguire (approfondiremo l'argomento in un prossimo intervento)

6) Se volete mantenere fluido più a lungo il colore potete sostituire del tutto o in parte la trementina con essenza di lavanda.

© Rossana Radaelli-03.01.06

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Spugne per tamponatura

Accessori indispensabili per l'esecuzione dei classici fondi in tamponato, le spugnette per porcellana non possono proprio mancare nel nostro corredo di decoratori!

A prima vista sembrano piumini per la cipria in gommapiuma e se ci riflettiamo un momento il paragone ha un senso: dopotutto le spugnette per tamponato, se usate nel modo giusto, servono proprio per rendere liscio, uniforme e privo d'imperfezioni il colore....insomma lo stesso effetto che vogliamo ottenere sul nostro viso con la cipria!

Spugna per tamponato

Queste spugnette, che trovate in vendita quasi esclusivamente nei laboratori ceramici e nei negozi di belle arti possono, all'occorrenza, essere sostituite nelle loro funzioni proprio dalle spugnette da make-up che sono altrettanto morbide e di grana fine, anche se la loro resistenza ai medium è ovviamente ridotta!

Spugnette da makeup

Se pulite scrupolosamente, con acqua e sapone da bucato, prima che il colore si asciughi, le spugne per ceramica durano infatti molto a lungo e valgono l'investimento iniziale....purchè facciate un uso abbondante delle tecniche di tamponatura. In caso contrario è forse più conveniente ricorrere a qualche surrogato da grande magazzino, come le già citate spugnette da make-up, o anche a soluzioni usa e getta, all'insegna del fai-da-te.

Rotolo wrap

Io ho scoperto, ad esempio che la gommapiuma in foglio di basso spessore, quella che spesso troviamo come imballaggio dei pezzi in porcellana che siamo soliti dipingere, se imbottita con dell'ovatta rappresenta un'ottima alternativa ai cosiddetti rotoli wrap, costoso esempio della sudditanza psicologica che subiamo nei confronti di prodotti, il più delle volte superflui, importati da oltreoceano!

Per finire la carrellata sulle spugne per tamponatura resta da menzionare anche il tampone che è praticamente una spugna dotata d'impugnatura, una specie di grande pennello con la spugna al posto delle setole:

Spugna con impugnatura

E' un attrezzo apparentemente facile da reperire, sia nei colorifici che nei negozi di bricolage, dove viene venduto come accessorio per lo stencil....fate attenzione però alla finezza della grana, che non sempre è indicata per una tamponatura uniforme!

Pennello-tampone da stencil

Inoltre, anche se sembra più comodo da impugnare, il suo effetto sulla superficie dipinta non è altrettando "dosabile" di quello di una spugnetta e a lavoro finito il fondo potrebbe risultare segnato dall'antiestetica cerchiatura dovuta alla forma con margine netto del tampone.

© Rossana Radaelli-28.04.06

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Mettiamoli in mostra!

Abbiamo messo tanto impegno nel realizzare i nostri decori...non si meritano di essere esposti a tutti?

Ma certo, è bello arredare la nostra casa con gli oggetti che noi stessi abbiamo dipinto! Ma se per vasi, lampade, scatole ed altri soprammobili si tratta solo di trovar loro la collocazione giusta, per i piatti dobbiamo vedercela con il problema di riuscire a farli stare in piedi stabilmente, senza rischi di cadute.


Per fortuna in commercio esistono molti tipi di espositori adatti allo scopo, i più classici sono senza dubbio quelli costituiti da due staffe di legno incernierate:


Espositore da appoggio in legno



Non a tutti piacciono però quei due piedini di sostegno che restano visibili sul bordo del piatto...in questo caso si potrà ricorrere agli espositori in plexiglas che sono comunque solidi ma discreti e assolutamente non invadenti:



Supporti reggipiatti in plexiglas



Se poi l'ambiente ha un arredamento moderno si potranno usare anche i supporti in metallo, ne esistono di vari tipi e colori e sarà facile trovarne uno che si accompagni allo stile della propria casa:



Espositori per piatti in filo metallico



E se invece che appoggiarli su un mobile, i nostri piatti, volessimo appenderli alla parete? Allora potremo optare per le tradizionali molle metalliche:



Molle appendi-piatti



Nel caso che , come detto prima, non si apprezzi la presenza dei gancetti di supporto, si potrà ricorrere ai sostegni autoadesivi, che esistono in varie misure, adatte a sostenere piatti di peso diverso....francamente però io non me la sentirei di rischiare ;-)



Appendi-piatti autoadesivi



E se vogliamo proprio "strafare" ricordiamoci che esistono anche gli espositori in ferro battuto, da parete o da appoggio, verniciati in vari colori e adatti a sorreggere uno o più piatti:



Piattaie in ferro battuto



L'unico problema è che questi espositori, veri e propri pezzi d'arredamento, producono un impatto visivo così pesante che rischia di far passare in secondo piano quello che dovrebbe invece essere protagonista, il nostro decoro! 0_0


APPROFONDIMENTI

Trasparenti e discreti i supporti plastici

Cavalletti per le nostre opere d'arte

Pratiche ed essenziali le molle in metallo


© Rossana Radaelli-19.11.06

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Il delacco


Non è un medium e non è un solvente, merita quindi una trattazione a parte anche perchè il suo impiego, se pure limitato alle tecniche di tamponatura, è davvero indispensabile per la buona riuscita del lavoro

Quando si ha la necessità di eseguire un fondo tamponato solo su alcune parti dell'oggetto in porcellana è inutile illudersi di poterlo fare senza una preparazione del pezzo: il tampone, anche se di piccole dimensioni, non è "governabile" come un pennello e rischieremmo di macchiare il decoro con una conseguente perdita di tempo per la ripulitura e la possibilità di un lavoro impreciso.

Il delacco è un liquido denso e "colloso" che si stende con il pennello sulle zone che non devono essere colorate; asciugandosi forma una pellicola protettiva sulla porcellana impedendo l'attecchimento del colore. Al termine della tamponatura, quando il colore non si è ancora seccato, si asporta delicatamente la pellicola con una pinzetta da manicure e.....le zone coperte sono rimaste bianche e pulite, senza sbavature! Molto utile, vero?!

In commercio troverete delacco in più colori, anche se quelli più comuni sono il rosso ed il blu: dal punto di vista pratico sono equivalenti. Il colore serve solo a facilitarne la stesura: se il liquido fosse trasparente non vedremmo il limite esatto della mascheratura!

Il delacco è diluibile con acqua comune, ma non vi conviene allungarlo se non nel caso che, col tempo, si sia addensato al punto da non riuscire a stenderlo. Se infatti il delacco è molto liquido, forma una pellicola troppo sottile che non protegge adeguatamente la superficie ceramica ed è anche più difficile da asportare, con il rischio di rovinare il lavoro.

A lungo andare il delacco rovina le setole dei pennelli, quindi conviene usare pennelli poco pregiati e ricordarsi di lavarli subito dopo l'uso, prima che si secchino e siano irrimediabilmente perduti, con acqua e sapone da bucato.


© Rossana Radaelli-18.09.05

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Il sogno di Catherine Tonning-Popowich

Un sogno di bambina tenuto nel cassetto per lungo tempo e riscoperto in età matura....ed è subito arte!

Catherine Tonning-Popowich si considera figlia d'arte: dal padre, che lavorava come capo designer in un'industria d'arredamento, le è stato trasmesso l'amore per le arti figurative e dalla madre, abile sarta, la voglia di creare. La prematura scomparsa del babbo,quando Catherine aveva solo otto anni, le lasciò, oltre al rimpianto, il desiderio di seguirne le orme ma i bisogni di una famiglia numerosa e i casi della vita le impedirono di realizzare questo suo sogno.

Fu solo dopo molti anni e con due figli già grandicelli che Catherine si ritrovò con abbastanza tempo e possibilità per soddisfare la sua intima aspirazione......e scelse il modo più difficile per farlo, iscrivendosi all'Istituto d'Arte e ritornando sui banchi di scuola lei, donna matura, accanto a ragazzi diciannovenni.

Bisogna darle atto però che ne valse la pena: oggi Catherine Tonning-Popowich è una delle più rappresentative esponenti della pittura su porcellana americana e ricopre cariche importanti sia a livello locale che internazionale.

Il suo sito è una buona fonte per chi cerchi esempi dello stile naturalistico americano: vi troviamo infatti tanti fiori e anche ritratti di animali che sono molto apprezzati oltreoceano ma che ancora stentano a decollare presso il nostro pubblico.

Interessante anche la sezione dedicata a quella che Catherine definisce tecnica moderna e che qui da noi si chiama tecnica scandinava: ci sono soprattutto scatole e monili in porcellana in una profusione di oro e di lustri.

Forse di scarsa utilità pratica per noi europei ma divertente da consultare è la pagina dedicata ai costi dei seminari, dove apprendiamo che Catherine è disposta a venire ad insegnarci a domicilio purchè le riconosciamo un supplemento di 36 centesimi di dollaro per ogni miglio che deve percorrere e dove scopriamo che, in caso di pernottamento, desidera essere alloggiata in una camera d'albergo per non-fumatori....anche questo è un modo per conoscerla meglio!

APPROFONDIMENTI

Il sito di Catherine Tonning-Popowich

La galleria delle opere

Tutte insieme, appassionatamente...

© Rossana Radaelli-14.06.06

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Westfield House Supplies

Ottimo e abbondante: in questo catalogo inglese c'è proprio tutto ciò che serve per la pittura su porcellana! Per "saziare" la fame artistica dei palati più esigenti...

Nelle 52 pagine del catalogo Westfiel House c'è davvero tutto ciò che occorre "for all your china painting needs", come recita il sottotitolo in copertina: colori per terzo fuoco, pennelli di tutti i tipi, medium e solventi, lustri e oro...

Una menzione particolare spetta alla sezione riservata alle porcellane bianche selezionate con un gusto tipicamente britannico, che può piacere o non piacere ma che è sicuramente molto particolare: dove le trovate qui da noi delle piastrine da spilla a forma di farfalla o il salotto della bambola completo di divano, poltrone, tavolino e pianoforte tutto in porcellana bianca da dipingere?!
Ci sono naturalmente anche oggetti più convenzionali: vassoi, scatole, vasi, tazze e due pagine intere dedicate alle decorazioni per l'albero di Natale.


Molto ricco anche il settore dei libri: vi si trovano libri di autori inglesi ed americani, che trattano perlopiù lo square shaders, accanto a manuali tedeschi e francesi dedicati alle tecniche tradizionali, oltre alla raccolta completa dei numeri arretrati di The British Porcelain Artist, la rivista bimestrale edita da Westfield House.


E i prezzi? Nonostante il cambio non troppo favorevole ed il gravare delle spese di spedizione, direi che i costi sono comunque competitivi rispetto ad altri cataloghi di vendite per corrispondenza: soprattutto sui libri il risparmio è notevole (in certi casi addirittura la metà di quanto costano in Italia!).
Per gli abbonati a The British Porcelain Artist è previsto un ulteriore sconto del 10%.


APPROFONDIMENTI

Richiedi il catalogo...

© Rossana Radaelli-30.10.05

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Il nastro adesivo "delicato"

Preso a prestito dall'attrezzatura dell'imbianchino, è l'deale per fissare il modello in carta sul pezzo da dipingere...

E' noto a tutti come nastro da mascheratura perchè questi artigiani lo usano appunto per "mascherare" e proteggere zoccolini e stipiti dagli schizzi di tempera per pareti; io però preferisco chiamarlo nastro adesivo delicato per non confonderlo con un altro tipo di accessorio della pittura su porcellana, che si chiama anch'esso nastro da mascheratura ma ha funzioni differenti (lo vedremo in un prossimo intervento).

Il nastro adesivo delicato è un nastro adesivo di carta, generalmente di colore avorio, reperibile in tutti i colorifici e nei centri di bricolage.

Nastro adesivo da mascheratura

Benchè la sua adesione al supporto asciutto sia ottima, non è difficoltoso da asportare, come avviene invece con il comune scotch, e non rovina la carta che usiamo per il ricalco; inoltre può essere riutilizzato ripetutamente permettendoci di riposizionare più volte il disegno, sia per trovare la collocazione più adatta, sia per ricalcarlo su oggetti diversi.

Lo trovate in commercio in varie misure: direi che l'altezza di 1-2 cm sia quella più idonea ai nostri usi.

© Rossana Radaelli-26.04.06

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